Brasile: Educazione e Cultura/II — Lombardi nel Mondo

Brasile: Educazione e Cultura/II

La musica popolare brasiliana si è sviluppata parallelamente alle sue radici classiche ed ha riunito l’uso di strumenti tradizionali europei, come violino, pianoforte e flauto, con un insieme di ritmi e suoni prodotti dagli strumenti del luogo. Un altro piacevole viaggio a cura del Prof. Mario Gatti da Besano (VA)

II parte: Il Brasile è un paese nel quale convivono tantissimi tipi di popolazioni, con radici culturali profondamente diverse.

Pertanto la cultura brasiliana è ricchissima in ogni settore, dalla letteratura alle arti, dal teatro al cinema.

 

Non potendo trattare tutte queste svariate forme, si è scelto qui di dare spazio a quelle che forse più delle altre si sono imposte all’attenzione di tutto il mondo: la musica e il carnevale, quest’ultima forse la più conosciuta e diffusa.

  

La musica popolare brasiliana si è sviluppata parallelamente alle sue radici classiche ed ha riunito l’uso di strumenti tradizionali europei, come violino, pianoforte e flauto, con un insieme di ritmi e suoni prodotti dagli strumenti del luogo : frigideiras, cuìcas, tamborins. Negli anni 30 la musica popolare brasiliana trasmessa dalle locali stazioni radio diventò un formidabile mezzo di comunicazione di massa. Tre dei più conosciuti compositori di quell’epoca furono Noel Rosa (1910-1937), Lamartine Babo (1904-1963) e Ary Barroso (1903-1963). La principale interprete delle musiche di Ary Barroso, Carmem Miranda, acquistò una fama internazionale grazie anche alla sua partecipazione ad una serie di film realizzati ad Hollywood. Negli anni 60, la popolarissima versione musicale di “Garota de Ipanema”, con la sua ricchissima linea melodica, fu il primo grande successo internazionale emerso dal movimento della Bossa Nova. Fece conoscere la musica brasiliana nel mondo e condusse alla fama il compositore Tom Jobim ed il poeta-scrittore Vicius de Moraes

    

La Bossa Nova nacque a Rio de Janeiro, verso la fine degli anni 50, da una mescolanza dei ritmi tipici del samba brasiliano con quelli del jazz americano. Inizialmente erano musiche suonate nei locali della classe medio – alta di Rio, ma più tardi la Bossa Nova si trasformò praticamente in nuovo concetto musicale, forse un pò triste, nella quale il testo assumeva tanta importanza quanto la musica. Per questa ragione, l’associazione di poeti moderni con compositori popolari (Vinicius de Moraes, Chico Buarque, Tom Jobim, Luiz Bonfà, Baden Powell) fu un enorme successo. Nel 1968, durante il periodo della dittatura, delle guerriglie urbane e della volontà di apportare cambiamenti al sistema politico, venne il momento dei “Tropicalistas”, quali Caetano Veloso, Gilberto Gil e Gal Costa. Il “Tropicalismo” può essere descritto come una miscela di musica internazionale (ritmi latini e di rock’n roll) e di ritmi nazionali brasiliani. E’ un movimento musicale lirico, intelligente, con ritmi più veloci e ricchi rispetto a quelli della Bossa Nova.

    

La musica popolare regionale brasiliana comprende il “Forrò”, originario del Nord-Est, nel quale la fisarmonica e i flauti si accompagnano con gli archi e le percussioni; il “Frevo”, sempre del Nord-Est, dallo stile semplice ma energico; il “Chorinho”, di Rio de Janeiro, che mette insieme vari tipi e generi di archi, flauti, percussioni e a volte clarinetti e sassofoni. In ogni caso, la musica popolare brasiliana è universalmente associata con il ritmo del Samba, del quale però nessuno conosce l’esatta origine, Alcuni ritengono che sia nato nelle strade di Rio de Janeiro, grazie al contributo di tre differenti culture non solo musicali: quella della corte portoghese, quella dei ritmi africani e quella indigena. Altri pensano che il Samba sia semplicemente africano nelle sue origini e che provenga dal “batuque”, una musica basata quasi esclusivamente sugli strumenti a percussione.

   

Le radici del Carnevale, in qualunque paese esso venga festeggiato, vanno probabilmente cercate tra gli antichi romani e greci, i quali celebravano i riti della primavera. Il Carnevale è sopravvissuto ai tentativi (frequenti soprattutto nel Medio Evo) fatti dalla Chiesa Cattolica di eliminare ogni influenza pagana, fino a diventare, paradossalmente, un momento rituale incorporato nello stesso calendario della Chiesa, si pensi al Mercoledì delle Ceneri, per esempio. Certe nazioni europee, come Francia, Spagna e Portogallo ne approfittarono introducendo nei loro costumi feste nelle quali le persone ballavano mascherate per le strade: questa tradizione fu poi portata nelle varie colonie che questi paesi possedevano sparse per il mondo . Ma al di là di questo le ragioni del “Carnaval” brasiliano sono forse differenti. In Brasile non solo i colonizzatori portoghesi amavano i divertimenti più o meno stravaganti, ma anche gli schiavi negri si univano ai festeggiamenti. Si gettavano farina, acqua e altro in faccia uno con l’altro, chiedevano ai loro padroni di usare parrucche e vestiti stracciati o dismessi per mascherarsi, e si davano alla follia durante la festa, per tre interi giorni. Gli schiavi si sentivano soddisfatti per questo, e raramente approfittavano dell’occasione per darsi alla fuga.

 

Prima del 1840, durante i tre giorni che precedevano il Mercoledì delle Ceneri, nelle strade delle città brasiliane regnavano il tumulto e la confusione: la gente si lanciava addosso farina e contenitori pieni di liquidi maleodoranti, e spesso si arrivava anche a causare incidenti e incendi per puro scopo di divertimento. Nel 1840 la moglie italiana del proprietario di un albergo di Rio de Janeiro cambiò per sempre la maniera di festeggiare il “Carnaval”, con musicisti, dolciumi, stelle filanti ed un grandioso ballo in maschera. Da allora, nel giro di pochi anni, festeggiare il carnevale ballando diventò una moda, e le follie selvagge che imperversavano nelle strade svanirono rapidamente.

  

Oggi quello di Rio de Janeiro è il carnevale più grande e conosciuto del mondo, nel quale l’evento più pittoresco è la sfilata delle “Scuole del Samba” (as escolinhas do Samba). Ciascuno di questi gruppi comprende da 3000 a 5000 componenti e sono composti principalmente da persone povere dei bassifondi della città. Ad ogni carnevale le varie “Scuole” competono tra loro e sono giudicate da una apposita giuria. Ciascuna di loro sfila nella rappresentazione ispirandosi ad un evento storico o ad una personalità famosa, oppure ad una storia o leggenda della letteratura brasiliana. I costumi ed il vestiario devono riflettere l’epoca ed il luogo dell’evento scelto. La musica, ovviamente un Samba, accompagna, descrive e sviluppa il tema allegorico scelto ed i carri si trasformano in palcoscenici mobili, dove il tema stesso è sviluppato in tutti i dettagli possibili.

 

Per Gentile concessione del Prof. Mario Gatti dal suo sito Web.

Titolo originale: Educazione e Cultura

 

Carta di Identità dell’ autore

Mario Gatti nato a Varese il 13 Agosto del 1957. Laurea in Fisica presso l’Università degli Studi di Milano, discutendo una tesi di Strutturistica Chimica applicata ai materiali superconduttori, elaborata al Politecnico di Milano, Dipartimento di Chimica Industriale, sotto la guida del Prof. Marcello Zocchi. Sposato con due figlie. Vive a Besano (VA).

 

Fonte dei testi :    

Si ringrazia il Ministero per le Relazioni Estere del Brasile, dal cui sito, il Prof. Mario Gatti, ha estratto le notizie necessarie a comporre buona parte di questo lavoro. Liberamente tradotte da lui dall’originale portoghese, eventuali errori non sono da attribuire all’originale ma al traduttore.

 

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