LE POSTE TASSIANE (1) — Lombardi nel Mondo

LE POSTE TASSIANE (1)

Per www.lombardinelmondo.org presentiamo “Le Poste Tassiane”, uno dei primi, e tra i più importanti, interventi dedicati alla famiglia dei Tasso di Camerata – Cornello (Bergamo), all’origine della posta moderna (italiana ed europea). Enrico Melillo, uno dei maggiori storici della Posta, segue passo passo gli sviluppi di questa casata impegnata in Italia e nell’Europa dei secoli XVI – XIX.
LE POSTE TASSIANE (1)

Il volume

Introduzione

 

Il volume

“Le Poste Tassiane” è uno dei capitoli del volume “Le Poste Italiane nel Medio Evo” di Enrico Melillo, apparso a Roma nel 1904 per i tipi dell’editore Desclée, Lefebvre e C. Si tratta di una delle opere più interessanti sulla lunga e affascinante storia della posta in Italia (e in Europa). Tra i capitoli di questo volume di 190 pagine troviamo: 1) Il «cursus publicus» durante le invasioni barbariche; 2) Le Poste nel Feudalesimo e nei Comuni; 3) I Messaggeri delle Università di Studi; 4) Le Poste Viscontee e Sforzesche; 5) Le Poste Savoiarde, Ducali e Repubblicane; 6) Le Poste Pontificie; 7) Le Poste Tassiane: Omodeo, Ruggiero e Francesco Tasso; 8) Le Poste Tassiane: i Successori; 9) Le Poste Tassiane: Controversie; 10) Carattere delle Poste italiane medievali.

Per www.lombardinelmondo.org estrapoliamo i capitoli 7, 8, 9. Essi rappresentano uno dei primi, e tra i più importanti, interventi dedicato alla famiglia dei Tasso, originaria di Camerata – Cornello (Bergamo), all’origine della posta moderna (italiana ed europea). Enrico Melillo, uno dei maggiori storici della Posta, segue passo passo gli sviluppi di questa casata impegnata in Italia e nell’Europa dei secoli XVI – XIX.

L’autore

Enrico Melillo (Campobasso, 10 ottobre 1858 – Roma, 2 febbraio 1936). Insegnante e pubblicista prima di entrare alle Poste, profondo studioso di storia postale, ha lasciato volumi ancor oggi fondamentali. Tra questi: La posta nei secoli (1895), Poste nel Mezzogiorno d’Italia (1897), Le Poste italiane nel medio evo (1904), Ordinamenti postali e telegrafici degli Antichi Stati italiani e del Regno d’Italia pubblicato postumo dall’Istituto di Sudi storici postali. L’iniziativa di  www.lombardinelmondo.org desidera ricordare e riportare alla luce l’impegno e le opere di questo storico.

Presentazione: L’avventura di Francesco Tasso e dei suoi fratelli

 

Francesco Tasso nacque a Cornello (Bergamo) nel 1459, lo stesso anno in cui vide la luce l‘imperatore Massimiliano I: due personaggi che nel corso del XV secolo avvieranno e organizzeranno la moderna struttura e rete postale nell‘Europa occidentale. 

A Francesco Tasso (o Franz von Taxis) va il merito d’aver dato il via al servizio postale su scala eruropea sul finire del secolo XV. Alcuni storici dicono che l‘opera di Francesco Tasso è da paragonare, per importanza, al viaggio delle tre caravelle di Cristoforo Colombo verso le Americhe o a Internet. Grazie alla famiglia dei Tasso il servizio postale prese piede tra Colonia, Mechelen, Roma, Parigi e Madrid.

Già nel corso del 1400, in Italia e per i bisogni dei commercianti e dei diplomatici, si era assistito agli inizi del servizio postale. I corrieri univano le varie corti e la curia romana. E tra i corrieri papali incontriamo, già allora, diverse volte i Tasso di Cornello. Da notare che i corrieri erano, nella maggior parte, quasi tutti bergamaschi.

Nel 1488, a Innsbruck, l‘imperatore Federico III, il principe Massimiliano I e Janetto von Taxis, fratello minore di Francesco, si accordano sull‘istituzione postale. Nell‘aprile del 1489 si dà il via al percorso postale tra Innsbruck e Mechelen, in Olanda.

Una cronaca di Memmingen, dell‘anno 1490, registra i primordi della posta europea: „Ogni cinque miglia c‘era un ufficio postale e un corriere doveva attendere l‘altro. All‘arrivo si suonava il corno in modo che lo sentisse il corriere che attendeva. Un corriere doveva percorrere circa 7 chilometri e mezzo in un‘ora e cavalcare per due ore… Spesso una lettera impiegava cinque giorni per coprire la distanza tra Memmingen e Roma“. La novità tecnica consisteva nel cambiare contemporaneamente cavaliere e cavallo. Prima il corriere era sempre lo stesso per tutto il tragitto tra mittente e destinatario.

Nel 1491 anche Francesco Tasso appare nei documenti del tempo.

Nel 1496 vengono create le stazioni postali di Augusta, Worms, Lindau, Feldkirch, Bludenz, Chur, Lienz, Görz e Laibach. A Innsbruck operava Gabriele Tasso, capostipite dell‘odierna famiglia Thurn und Taxis.

Il campo d‘azione di Franz von Taxis è diretto verso occidente. Nel 1501 viene nominato dal principe Filippo I capitano e maestro della posta reale.

Nel 1505 crea la rete postale tra Olanda, la corte di Massimiliano I, in Germania, la residenza del principe francese e la corte spagnola. I corrieri dovevano consegnare un plico e percorrere la distanza tra Bruxelles e Innsbruck in 5 giorni e ½ d’estate e in 6 giorni e ½ d’inverno. Coprire il percorso Bruxelles – Parigi in 44 ore, Bruxelles – Lione in 4 giorni, Bruxelles – Granada in 15 giorni e Bruxelles – Toledo in 12 giorni.

Il successo del servizio postale della famiglia Tasso è senz‘altro dovuto all‘unione tra i diversi membri della famiglia, fratelli, cugini e nipoti che, tra il 1400 e il 1500, scelgono di risiedere nelle città nodali del servizio postale: Innsbruck, Augusta, Füssen, Venezia, Milano, Roma, Bruxelles, Anversa, oltre alle città francesi e spagnole.

Francesco Tasso non dimenticherà il paese che gli diede i natali. Nel 1515 fa fondere la grande campana di Santa Maria Camerata. Egli muore senza lasciare eredi alla fine dell‘anno 1517, dopo aver completato la cappella di famiglia nella chiesa Nôtre Dame du Sablon a Bruxelles.

Il nipote Giovanni Battista Tasso (1470-1541) gli succederà nella conduzione del servizio postale.

 

LE POSTE TASSIANE

 

Prima parte

OMODEO, RUGGIERO E FRANCESCO TASSO

           

Una via, un tempo selciata e lastricata, esce da Ber­gamo per Porta Santa Caterina e serpeggiando per la «Terra che ‘1 Serio bagna e ‘1 Brembo inonda», percorre l’antica strada romana, che mena a Como. La strada, sulla riva sinistra del Brembo, è alta; e mentre da un lato i monti e le valli si alternano in delizioso contrasto, dall’altro rumoreggia il fiume giù per la pianura ampia, larga, sparsa di ville e di casali. Verso meriggio 1’orizzonte si chiude con le colline di Breno; ma l’occhio corre a posarsi sur una di esse per rimirare un famoso santuario, già celebre castello. A destra, sull’opposta sponda, giace, mollemente distesa, la pic­cola Brembate, la quale die’ nome ad una famiglia, che rifulse nelle arti della pace e nella strategia della guerra.

Intanto la strada raggiunge Sedrina, che diè i natali alla famiglia Ron­zoni, la quale ebbe tanta parte nelle Poste Venete, nell’eser­cizio delle correrie Venezia-Roma e Venezia-Fiume, da quel­l’epoca fino ai primi anni del secolo scorso. Qua e là, adagiati su quei colli ameni coperti di pascoli, di vigneti e di selve di castagni, scorgonsi, in posizioni incantevoli, Zogno, dal magnifico panorama; S. Pellegrino, già rinomato per le acque termali; S. Giovanni Bianco; indi, a tre chilometri ancora di distanza, la strada si avvicina ai piedi delle rocce su cui siede Cornello, un modesto gruppo di case, ammucchiate in alto, intorno ad un’antica chiesa Tassiana, or dedicata a san Ni­cola da Tolentino, a dieci minuti di erto cammino su per una viuzza a zig-zag. Su alcuni avanzi di una casa, in antico abi­tata dai Tasso, 1’occhio corre confortato ad una bianca la­pide monumentale, su cui Antonio Tiraboschi volle, a me­moria dei posteri, consacrare, con nobili parole, le grandi virtù civili di quella illustre famiglia, così benemerita della patria.

 

QUESTE RUINE

RICORDANDO LA ILLUSTRE CASA DEI TASSO

I QUALI FIN DAL XIII SECOLO

CERCARONO QUI SICURA E TRANQUILLA STANZA

SCESI A BERGAMO

SPARSI 1N GERMANIA, NELLE FIANDRE, NELLA SPAGNA

EBBERO IL GENERALATO DELLE POSTE

VANTARONO UOMINI INSIGNI

NELLA PRELATURA E NELLE ARMI

NELLE AMBASCERIE, NELLE SCIENZE E NELLE LETTERE

MA PIÙ INSIGNI E GLORIOSI FRA TUTTI

BERNARDO E IL FIGLIO TORQUATO.

IL CONSIGLIO PROVINCIALE

ALLA CONSERVAZIONE DEI PREZIOSI AVANZI

PROVVIDE NEL 1886

Sotto le poche casupole, tuttora meschine e povere, si stendono vari bassi-portici; in uno, il diciottesimo, si scor­gevan dipinti, in tempo non lontano, in alto, il leone di S. Marco e 1’antico e originale stemma dei Tasso, cornetto e tasso, ora irriconoscibili. Altri simili stemmi vedonsi ancora, ma quasi coverti da imbiancatura, su qualche altra di quelle rozze casette, che verso il 1200 avevano avuto figura di palazzi. Presentemente il paesello dà misero asilo a pochi montanari costretti, in estate, ad emigrare in Francia in cerca di lavoro.i

 

In questo comunello ebbe origine la famiglia Tasso,ii il cui primo stipite nel campo postale, secondo le affermazioni del Codogno, del Manso, del Serassi, del Sacchi, del Solerti, del Delmati e del conte Gio. Iacopo Tassi, è riconosciuto in Omodeo, uno degli antenati del cantore della «Gerusalemme Li­berata». Egli è ritenuto come 1’inventore, 1’iniziatore e il re­stauratore delle Poste regolate, di quelle Poste, che, secondo il Bourne, solo l’amore inventò e il negozio ne fece suo pro­fitto. Visse e fiorì nel XIII secolo, e i suoi migliori anni con­sacrò a tale istituzione, convinto di fare opera saggia: a lui devesi la riorganizzazione dei corrieri a cavallo, i quali co­minciarono a funzionare nel 1290, rendendo buoni servizi ed ottenendo ottimi risultati specie per la celerità delle comuni­cazioni. Nacque di famiglia antichissima; iii nelle sue armi gen­tilizie era inquartato un tasso fuggente ed un cornetto: tali marche, leggiere in confronto d’altri più solidi ornamenti di questa Casa, alludono più che alla vasta sovranità che essa esercitò per vari secoli su mezza Europa, il geniale, corretto ed ingegnoso riordinamento delle Poste, e accrescono le ful­gide glorie della illustre famiglia Tasso e della patria nostra. L’imperatore Massimiliano, in premio dei servizi resi da sì benemerita famiglia, rinnovellò, modificò ed aumentò, col di­ritto di trasmissione, il loro stemma ereditario: un tasso d’argento nel campo azzurro inferiore dello scudo diviso, e nel campo d’oro superiore 1’aquila dell’impero in atto di librarsi in aria: nella parte superiore del cimiero, arricchito di quattro piume di pavoni, era riprodotto un corno di caccia, d’oro. Carlo V, il 5 gennaio 1534, corresse lo scudo, rimpiazzando l’aquila uscente, nel quarto dorato superiore, con un’aquila nera a due teste, con 1’iscrizione: Kayserliche-Post.

Lo stemma subì altre modificazioni: quello più antico portato dalla Casa principesca di Thurn e Taxis fin dal­l’anno 1787, così il Rübsam, ha una torre rossa nel primo e nel quarto campo argenteo dello scudo quadrato e dalla parte posteriore di esso escono trasversalmente pendenti due scettri con i gigli dorati aventi aste azzurre (stemma dei Torre); nel secondo e nel terzo campo dorato un leone rampante, rosso, con corona azzurra, con la lingua e le zampe dello stesso colore (stemma dei conti di Valsàssina), e nello scudo az­zurro a forma di cuore havvi un tasso d’argento ambulante (insegna dei Taxis).

 

Fine prima puntata

 

A cura di Luigi Rossi (Bochum)

www.luigi-rossi.com

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