LE POSTE TASSIANE (8) — Lombardi nel Mondo

LE POSTE TASSIANE (8)

Per www.lombardinelmondo.org presentiamo “Le Poste Tassiane”, uno dei primi, e tra i più importanti, interventi dedicati alla famiglia dei Tasso di Camerata – Cornello (Bergamo), all’origine della posta moderna (italiana ed europea). Enrico Melillo, uno dei maggiori storici della Posta, segue passo passo gli sviluppi di questa casata impegnata in Italia e nell’Europa dei secoli XVI – XIX.
LE POSTE TASSIANE (8)

Staffetta postale a cavallo

I successori

 

Ma se Francesco Tasso fu il principale potente tenace organizzatore della Posta internazionale, non dob­biamo dimenticare che ebbe ad efficaci collaboratori

altri uomini di sua Casa, i quali non furono meno egregi di lui, e, sparsi per le terre di Europa, contribuirono a formare e a sviluppare una rete immensa di ordinati servizi, che, col­legati armonicamente tra loro, resero possibile un celere scam­bio d’idee e di prodotti, in tempi in cui la viabilità era ne­gletta, e molto scarsa la sicurezza delle strade.

E primo fra tutti va notato Giovanni Battista Tasso, de­gno figlio di Ruggiero e di Allegra d’Albrizi e nipote del celebre Francesco. Sposò Cristina Wachtendonk, di famiglia patrizia del ducato di Gueldre, e n’ebbe buona compagnia ed ottima figliuolanza. Vivente Francesco, egli esercitava funzioni importanti nella direzione del servizio, sotto Filippo il Bello e Massimiliano I, e in premio fu insignito del titolo onorifico di «Cameriere della chiave dorata». Riordinò il servizio tra Bruxelles e Vienna e ne istituì uno nuovo, con intendimenti più pratici, conseguendo una maggiore celerità e un più largo profitto. Carlo I re di Spagna, con decreto 30 novembre 1509, a Val­ladolid, lo nominò Maestro Superiore delle Poste e dei Corrieri degli Stati del Re; con altro decreto del 28 agosto 1518 gli accordò la naturalizzazione ne’ suoi Stati, e il 14 giugno 1520 gli die’ a Gand la nomina, così in una sua lettera-patente, di «Capo e Maestro Generale delle nostre Poste per tutti i no­stri regni, paesi e signorie», con tutte le rendite, i privilegi, i favori già accordati allo zio Francesco, e col diritto esclusivo di esercitare le Poste, di nominare o revocare, senza alcun con­trollo, il personale dipendente.

Giovanni Battista era tenuto in conto di uomo prudente, di gran senno e d’intenzione molto retta, e però gli furono affidate anche delicatissime missioni diplomatiche, da cui con­seguì onorificenze e ricchezze. Il 28 giugno 1519, p. e., portò di persona alla corte di Bruxelles la nuova della elezione di Carlo I a re dei Romani e accompagnò Carlo V alla sua inco­ronazione (a. 1530). Poco dopo ottenne la Contea di La Roche nelle Ardenne ed ebbe il gradito onore di ospitare il sultano di Tunisi, Muley Hassan, scacciato da’ suoi Stati (a. 1535)­.

Organizzò con gravi pericoli la Posta militare nelle annate imperiali in Italia e in quelle che combatterono contro i Turchi.

Completò gli ordinamenti postali negli Stati di Carlo V e creò una nuova grande linea di corrieri tra i Paesi Bassi, le Fiandre, 1’Italia, attraversando il Württemberg e il Tirolo.

Seguì 1’imperatore in tutte le sue campagne di terra e di mare ed assistette alla Dieta di Ratisbona (a. 1541).

Per la inoltrata età e per la malferma salute egli pregò l’imperatore di concedere a suo figlio Francesco la direzione generale delle Poste. L’imperatore, in considerazione della lunga, fedele e lodevolissima attività e della prudenza e del­l’abilità addimostrata per moltissimi anni nel disimpegno del difficile e vasto incarico, accolse ed esaudì di buon grado il desiderio del suo vecchio amico e con editto imperiale del 5 agosto 1536 concesse la nomina. Si ha inoltre notizia di una serie di documenti e di altri editti nei quali il potente mo­narca fa pubblico elogio di Giovanni Battista e ne apprezza, con sincera soddisfazione, l’opera efficace e indefessa.

Morì molto probabilmente in Ratisbona il 16 ottobre 1541, coi titoli di Commendatore di S. Jago, di Signore di He­messen, di Conte palatino e di Consigliere aulico. Trasportate a Bruxelles, le sue ceneri furono seppellite, come quelle dello zio Francesco, nella chiesa gentilizia di famiglia di Nostra Signora di Sablon.

Egli è considerato come il capostipite, in linea diretta e collaterale, della principesca famiglia alemanna Thurn e Taxis.

 

Fine ottava puntata

 

A cura di Luigi Rossi (Bochum)

www.luigi-rossi.com

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