Il silenzio sui problemi della razza di Barack Obama — Lombardi nel Mondo

Il silenzio sui problemi della razza di Barack Obama

Il silenzio di Barack Obama sui problemi di disoccupazione delle comunità afro americane e latino americane sta creando diverso scetticismo in una grande fetta della sua base elettorale

Secondo Imara Jones di Colorlines, mentre alla convention repubblicana di Tampa c’era un uomo invisibile, alla convention democratica di Charlotte c’era invece un argomento invisibile : il black and brown unemployment che identifica l’alto tasso di disoccupazione  delle comunità afro americane e latino americane, tra le più colpite dalla depressione economica. Una realtà che il presidente Obama fatica a riconoscere pubblicamente, e che gli procura diversi problemi in un momento in cui non ne ha proprio bisogno.

Il nodo dell’economia sembra, infatti, essere il fulcro attorno a cui si dibatte e si dipanerà la campagna presidenziale, e che potrebbe far pendere la bilancia dall’una o dall’altra parte.

L’entusiasmo che accompagnò la campagna elettorale del 2008 di Obama si è molto affievolito, soprattutto tra i latinos,  nonostante l’appoggio forte e incondizionato del key speaker Julian Castro, sindaco di San Antonio, Texas e di Marco Rubio, popolare senatore della Florida,  perché Obama deve dare loro un motivo per andare a votare, e anche per i latinos, come per tutti gli americani, il problema esistenziale principale è il lavoro e lo stato dell’economia.

Lo scoraggiante silenzio di Obama sulla disoccupazione black and brown si è tramutato in aperta critica durante il Caucus Afro Americano tenutosi un anno fa, quando invitò apertamente il gruppo a smettere di lamentarsi, uno strappo non ancora completamente ricucito. Nonostante Obama abbia un programma che potrebbe dare vigore all’economia black and brown, non sembra essere in grado di metterla in atto.

Il risultato di tutto questo è semplice :  quattro afro americani su sette sono senza lavoro così come un latino ogni dieci. Il tasso di disoccupazione tra gli afro americani è superiore del 100% di quello dei bianchi, mentre per i latino la disparità è del 40%. La disoccupazione giovanile è ancora peggiore : un afro americano su tre non lavora contro un latino su cinque ; in alcune città americane il tasso di disoccupazione degli afro americani supera il 50%.

In termini quantitativi la perdita del posto di lavoro aggrava la riduzione di ricchezza dovuta alla recessione. La perdita di case e proprietà innescata dalla crisi dei pignoramenti ha spinto i black and brown ai margini del peggior baratro mai sperimentato, e rende problematica la ripresa di queste comunità. Si prevede per recuperare le perdite degli ultimi cinque anni ci vorrà almeno una generazione.

Il motivo dell’alto tasso di disoccupazione tra black and brown è dovuto alla loro struttura occupazionale in quanto impiegati in numero sproporzionato nelle imprese di costruzioni e nelle attività a pagamento orario, due mondi decimati dalla crisi più di altri. Siccome il settore pubblico è il primo datore di lavoro degli afro americani, è pure evidente che il taglio di 600.000 posti effettuato da Obama è stato per loro catastrofico.

Come pensa Obama di risolvere il problema?  Alcune leggi introdotte lo scorso anno dovrebbero favorire il  miglioramento della situazione : la ricostruzione delle infrastrutture del Paese dovrebbe creare milioni di posto di lavoro nel settore edile, mentre il finanziamento diretto agli stati dovrebbe permettere la riassunzione di migliaia di insegnanti.

Le proposte del presidente avrebbero un effetto spettacolare e rilevante presso le comunità black and brown  soprattutto se riuscissero a rimettere in sesto l’economia. Resta un mistero la reticenza di Obama a parlare delle sue iniziative in proposito e a spiegare di avere un piano per arrestare la mancanza di lavoro tra gli afro americani e i latino.

Ta-Nehisi della rivista Atlantic afferma che “Dal 1961, Obama ha parlato di razza meno di qualsiasi presidente democratico e che la sua incapacità di parlarne gli impedisce di dire qualcosa di interessante su qualsiasi argomento che abbia a che fare con la razza.” E naturalmente questo vale anche per la disoccupazione black and brown.

Indipendentemente dai motivi, il risultato di questo silenzio autoimposto è che  il presidente rinuncia a una potente arma politica in un momento cruciale perché  ha bisogno che una parte significativa della sua base elettorale vada alle urne, e per ottenere questo risultato deve stabilire un contatto sull’argomento che le sta più a cuore ovvero i posti di lavoro.

In questo contesto esiste pure un senso civico : le parole del presidente contano perché possono costituire una forza di mobilitazione del Paese e gli americani non sono in grado di risolvere problemi non riconosciuti pubblicamente. Questo è il concetto che ogni presidente dovrebbe afferrare.

Il fatto che Obama abbia scelto di non usare quelle parole per rivolgersi ai bisogni delle comunità che ne hanno disperatamente bisogno è veramente doloroso.

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Ernesto R Milani

Ernesto.milani@gmail.com

7 settembre 2012

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