Quando una vacanza si trasforma in un incubo.

di Paolo Biondo

Potrebbe divenire infatti il liet motiv di un giallo alla Agata Christie la disavventura accaduta tra febbraio e marzo ad Aneta Talik. L’operatrice turistica trevigiana è stata protagonista “ai tempi del coronavirus”, come oggi si è soliti ripetere, di un’odissea che avrebbe messo a dura prova persino la voglia di esplorare l’ignoto di Ulisse memoria.

Ad onor del vero lei non era alla ricerca dell’ignoto bensì coordinava la vacanza in Costarica di un gruppo di turisti italiani. Tutto è iniziato a metà febbraio nei modi ben noti all’esperta Aneta; una volta raggiunta la meta, infatti, a tenere alta l’attenzione del gruppo da lei coordinato è stata rivolta al paesaggio e alle bellezze del territorio comprese quelle artistiche e culturali.

Il cronoprogramma della vacanza costaricana prevedeva il ritento in Patria a fine marzo e di conseguenza ogni giorno veniva vissuto a pieno consapevoli di trovarsi in un contesto ricco di fascino e perché no anche di storia e soprattutto di tradizione. Le notizie del crescente dilagarsi del coronavirus sembrano in quei primi giorni non alimentare preoccupazioni se nonché la situazione ha assunto contorni che hanno consigliato Aneta di prodigarsi per anticipare il rientro in Italia. Pazientemente si pone al telefono cercando la soluzione che consenta ai suoi turisti di vivere il contrattempo con il minor disagio possibile.

Ecco però che avviene il colpo di scena.

Quando tutto è pronto per risalire sull’aereo per salutare anticipatamente il Costarica Aneta rimane vittima di un infortunio che la costringe a farsi medicare al locale ospedale. Questo però non le impedisce di svolgere a pieno il suo lavoro ovvero di far giungere all’aeroporto il gruppo che lascia il Costarica e fa rientro nel nostro Paese.

Lei bloccata dal forte dolore al piede che addirittura non le consente di camminare e di spostarsi per lunghi tratti rimane bloccata nello stato sudamericano e nel frattempo la pandemia prende sempre più il sopravvento sulla quotidianità anche in quella nazione.

Il primo suo pensiero, arrivata a quel punto, è quello di riuscire a trovare il modo di far ritorno a Treviso. Contatta l’ambasciata italiana in Costarica, ma il suo appello di aiuto sembra scontrarsi con un muro di gomma. Senza perdersi d’animo contatta Daniele Marconcini presidente dell’Associazione Mantovani nel mondo che si pone subito al suo fianco per individuare una soluzione in tempi brevi.  In primo luogo egli le suggerisce di rivolgersi all’unità di crisi, ma purtroppo il risultato è stato più che deludente allora si è provveduto a contattare, sempre attraverso il presidente dei Mantovani nel Mondo a interpellare il vice console Luigi Cisana. Anche questo affondo si rivelò infruttuoso.

Aneta però è persona tenace che non si arrende dinanzi alle difficoltà e ben supportata da Daniele Marconcini riesce a trovare la strada per ottenere quanto desiderato. Tutto sembra prendere la giusta piega, ma un altro dispetto della buona sorte costringe Aneta ad una brusca frenata. La permanenza in Costarica comincia a pesare anche perché per l’operatrice turistica trevigiana sembrano chiudersi di volta in volta le porte. Ancora chiamato in causa Marconcini questa volta si riesce a individuare una figura che ha ridato fiducia e speranza ad Aneta. Una signora dell’unità di crisi la contatta e nel volgere di una mezz’ora ecco arrivare la soluzione. Il 22 marzo sbrigate le pratiche per il rientro Aneta sale sull’aereo che la porterà in Italia, a Roma per la precisione, attraverso lo scalo a Francoforte. “Arrivata a Francoforte non sapevo come arrivare in Italia in quanto il rientro prevedeva solamente l’arrivo in Germania. Dopo la consultazione con Marconcini e i suoi contatti che mi hanno dato supporto, dicendomi che ora si mettevano a capire come farmi rientrare in Italia, ho cominciato anch’io a cercare il modo per poter fare ritorno nel mio paese. Dopo una ricerca mi sono ricordata che Alitalia aveva messo a disposizione e dei voli speciali, e così tramite la pagina internet di Alitalia ho prenotato l’unico volo per Roma. Ovviamente ero sempre in contatto con Marconcini che se avevo bisogno era più che disponibile. Peccato che l’unico volo che partiva da Francoforte di Alitalia era alle 18.30, quindi la mia attesa nell’aeroporto deserto era dalle ore 10.00 del mattino. C’erano altri 2 voli con altre compagnie aeree ma il costo era molto superiore di quello di Alitalia, si parlava di oltre 700 euro, quindi dopo che ho già sborsato i soldi per i voli di Alitalia da New York e dal Costa Rica per New York con American Airlines e non usufruiti, posso dire che le mie finanze erano veramente ridotte al limite per il rientro”.

Anete allora si affida di nuovo a Marconcini che si prodiga per eliminare anche l’ennesimo ostacolo. Per disguidi vari, infatti, il volo da Francoforte per l’Italia viene spostato di alcune ore, alle 22, ed invece di concludersi a Venezia l’aereo ha atterrato a Roma. Finito quindi direte voi.

No. Bisogna sempre aggiungerci la ciliegina sulla torta.

Trovandosi nella capitale Aneta non sapeva che pesci pigliare per far rientro nella sua Treviso. La buonasorte, in questo caso non le ha girato le spalle, e grazie ad un passaggio fornitole da una persona che era sul medesimo aereo ha raggiunto la città di Vicenza. Il tratto conclusivo della sua odissea Aneta, per fortuna, l’ha vissuto sedendosi al fianco del compagno che nel frattempo era giunto nella cittadina lariana con il desiderio di porre fine al suo calvario.

Grazie quindi a Marconcini e alla sua disponibilità di agevolare il rientro in Italia dell’operatrice turistica trevigiana. “Comunque – conclude Aneta – se non fosse stato per il paziente lavoro di Marconcini sarei ancora bloccata in Costa Rica in attesa del rientro… se posso devo dire che alla fine è stata unica persona ad aiutarmi veramente in tutti i sensi, anche in quello morale che in questi casi è molto importante…grazie Daniele”.

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