Alcune riflessioni dovute e di cuore — Lombardi nel Mondo
Alcune riflessioni dovute e di cuore
Ero presente alla commemorazione dei tre amici trentini scomparsi nel tragico volo Air France da Rio a Parigi. Vi posso assicurare che il clima generale di commozione è stata un’esperienza molto toccante .Mi ha veramente colpito la comunità trentina che si è stretta intorno ai propri concittadini
caduti: essa ha dato una grande esempio di dignità e di unità,esprimendo valori civili e morali a cui tutti dovremmo ispirarci.Ho avuto la possibilità di parlare con Laura,la figlia più grande di Rino Zandonai,così giovane,così esile ma così orgogliosa del padre.Non sarà facile per lei e gli altri superare un dolore così forte, ma sappiamo che oltre che l’affetto ricevuto da tante persone,certamente quello che potrà aiutarle sarà il fatto che tanti prenderanno il padre a modello ,come esempio di vita. Questo non perchè Rino fosse un eroe,un missionario,un leader ma perchè egli nella sua normalità manteneva sempre alti i suoi valori come l’amicizia,l’onestà,la
correttezza e l’amore per i giovani.La sua grandezza è stata quella di dare l’esempio senza imporre il suo punto di vista,di dare una disponibilità totale senza secondi fini,di dirti in faccia sempre sinceramente quello che pensava. Quello che mi dispiace è che solo la morte e la violenta emozione
che essa provoca esalta i veri eroi che lavorano intorno a noi. Solo il dolore fa emergere le qualità di coloro che a volte non vedi o che per sobrietà evitano di autopromuoversi o di mettersi in evidenza. Ho parlato di Rino come di una persona dolce. Ho scoperto che egli ,agli inizi della sua vita professionale, insegnava in un scuola per bambini in Belgio…forse da qui derivava la sua dolcezza e quella sua delicatezza.
Oggi è stata una lezione di vita per tutti noi perchè solo in questi momenti,dico purtroppo,capisci il senso della vita e quello che conta veramente.
Dopo la cerimonia ci siamo ritrovati tutti nella sede dei Trentini nel Mondo.Tutta l’Unaie era presente,la nostra Federazione delle Associazioni degli Italiani all’estero.Vi era la vecchia madre in carrozzella di Rino Zandonai con la sorella,vi il Presidente uscente Pisoni vi era era la Vicepresidente dei Trentini Maria Carla e tutti i vari collaboratori…..la sobrietà trentina si è così sciolta in tanti abbracci e pianti liberatori. Questo tragico evento ci ha segnato tutti ma ci anche rafforzato nell’animo e nei valori in cui crediamo…una giornata molto particolare nella quale mi sono sentito parte di un’Italia impegnata a fare dei fatti e delle azioni solidali….la campagna elettorale,i suoi clamori e le sue esagerazioni le ho sentite lontane..e così i tanti gesti eclatanti di
appartenenza politica….senza offesa per nessuno..molti mi sono sembrati dei fans oppure dei vuoti propagandisti di parte..se potessi parlare con costoro gli direi di fare qualcosa di “italiano”,di fare qualcosa per unire la gente e soprattutto fate qualcosa di proprio in termini di solidarietà…con meno cattiveria e con meno faziosità…starebbero meglio loro e renderebbero migliore il nostro paese..
Daniele Marconcini
Vice Presidente dell’UNAIE (Unione Nazionale Associazioni Immigrati ed Emigrati)
Altre testimonianze
06-06-2009
Cattedrale stracolma per la commemorazione religiosa dei tre trentini
scomparsi
Monsignor Bressan: «Impariamo a seguirne l’esempio»
L’intera comunità trentina – la comunità trentina delle istituzioni,
dell’associazionismo, della città e delle valli, la comunità trentina
rappresentata dai testimoni e dai vessilli dei numerosi circoli dei
discendenti dei nostri emigranti nel mondo – si è raccolta stamani nella
Cattedrale di San Vigilio e attorno al Duomo, per partecipare alla cerimonia
religiosa dedicata con la Santa Messa a Giovanni Battista Lenzi, Luigi
Zortea e Rino Zandonai, morti il 1° giugno nel viaggio di ritorno dalla
missione di solidarietà compiuta fra le comunità trentine in Brasile,
vittime della tragedia aerea sull’Atlantico nella quale hanno perso la vita
altri 225 passeggeri.
L’INTRODUZIONE DELL’ARCIVESCOVO
Presenti le massime autorità civili, tra le quali i presidenti del Consiglio
provinciale Giovanni Kessler che ha promosso la commemorazione, quello della
Giunta Dellai, il Commissario del Governo Michele Mazza – delegato della
presidenza del Consiglio dei Ministri – il Sindaco di Trento Andreatta con
molti Primi Cittadini fasciati nel tricolore e i consiglieri provinciali
colleghi di Lenzi anche nella precedente legislatura, Mons. Luigi Bressan,
che ha presieduto la cerimonia concelebrata dal Vescovo della diocesi
brasiliana di Curitiba Jose’ Moacyr Vitti, discendente da emigranti
trentini, si è reso interprete fin dalla preghiera introduttiva dei
sentimenti di tutti.
«Chiediamo al Signore – ha esordito il prelato – che accolga nella sua pace
Gianni, Luigi e Rino, di sostenere i loro familiari in questa difficile
prova e di concedere a noi la capacità di sviluppare il messaggio e
l’eredità che questi fratelli ci hanno lasciato, di una fede capace di farsi
solidarietà operosa”.
“Le nostre condoglianze – ha proseguito Bressan – vanno anche alla
Associazione Trentini nel Mondo presso i cui circoli i tre defunti hanno
portato aiuto”. Per questo le offerte raccolte sono andate ai discendenti
dei trentini dello stato brasiliano di S. Caterina, che l’anno scorso era
stato colpito da una devastante alluvione.”
L’OMELIA DI MONSIGNOR BRESSAN
Dopo i canti eseguiti anche da un gruppo musicale cileno, la lettura di un
brano tratto dal Vangelo di San Matteo (nel quale Cristo ricorda: “ero
straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito…..tutto quello che
avrete fatto al più piccolo di questi miei fratelli l’avete fatto a me”),
nell’omelia l’Arcivescovo ha osservato che “la tragicità della scomparsa di
Gianni, Luigi e Rino, ci fa riflettere sulla fragilità della condizione
umana.
Sappiamo però che Dio stesso ha sperimentato con Gesù l’abbandono, la
sofferenza e la morte. Per questo anche in circostanze come questa non siamo
destinati a rimanere senza speranza. Ora queste tre persone sono avvolte nel
mare, ma nella fede le immaginiamo avvolte nell’abbraccio dell’amore di Dio,
perché Gesù ha preparato una speciale beatitudine per coloro che, come loro,
costruiscono la pace mettendosi a servizio degli altri nell’associazionismo
e nel volontariato rivolti al mondo intero”.
“La nostra vita – ha aggiunto Bressan – vale se orientata a fare del bene
agli altri, ai piccoli di cui parla il Vangelo, che sono gli emarginati, gli
sradicati, chi soffre perché ha bisogno di cibo e di un senso alla vita.
Anche i nostri emigrati hanno sofferto molto e contribuito con i loro
sacrifici al nostro sviluppo: di ciò siamo grati a loro e a chi li ha
sostenuti.
Il nostro Dio è il Dio della vita – ha concluso – continua ad amarci perché
Gesù che è venuto a condividere le nostre sofferenze, anche le più
laceranti.”
LE PREGHIERE DEI FEDELI
Le preghiere dei fedeli hanno visto alternarsi sul pulpito molti
rappresentanti dei circoli dell’emigrazione trentina, in particolare del
Brasile. Nelle numerose invocazioni è stata rivolta a Dio la richiesta di
poter seguire l’esempio dei tre defunti, di confortare i loro cari e quelli
di tutte le vittime della tragedia.
LE TESTIMONIANZE CONCLUSIVE
La Santa Messa è terminata con alcune toccanti testimonianze portate dai
familiari di Rino Zandonai – in particolare quella del figlio giunto in
Brasile proprio mentre suo padre partiva per l’ultimo viaggio – e di Gianni
Lenzi, cui è seguito il saluto e il ringraziamento del Vescovo di Curitiba
Jose’ Moacyr Vitti, che ha sottolineato “la gioia trasmessa da questi tre
amici lieti di trovarsi nelle comunità trentine del Brasile per alleviare la
sofferenza di molti. Che Dio conceda loro la felicità e alle loro famiglie –
ha concluso – la grazia di poter superare questo momento difficile”.
La commemorazione è poi proseguita con la cerimonia pubblica in Sala Depero
(vedi articolo sotto).
Antonio Girardi
TRENTO – Commozione e gratitudine nel corso della cerimonia pubblica
Nel corso della cerimonia pubblica promossa dal Consiglio in Sala Depero
Commozione e gratitudine
E’ un sentimento di profonda commozione quello che si respira in sala
Depero, alla cerimonia in ricordo di Giovanni Battista Lenzi, Rino Zandonai
e Luigi Zortea, morti nel tragico incidente aereo del primo giugno scorso.
La sala, che rappresenta il “cuore” dell’autonomia trentina, è affollata, ma
silenziosa, quasi che le parole in più potessero in qualche modo sminuire
quel senso di rispetto, stima e gratitudine nei confronti dei tre scomparsi,
emerso poi in tutti gli interventi delle autorità.
GIOVANNI KESSLER
Il primo a prendere la parola è un Giovanni Kessler visibilmente commosso.
Il Presidente del consiglio provinciale ha tracciato un ritratto del
consigliere scomparso Lenzi, ricordandone la doppia figura di “uomo delle
istituzioni” e di “uomo del popolo”, tanto la sua attività di rappresentante
pubblico si è intrecciata con l’impegno di tenere sempre vivo un quotidiano
e fecondo rapporto con la sua comunità di origine e con i valori che sono
stati da sempre alla base delle sue scelte.
“Gli piaceva ricordarmi che eravamo chiamati nello stesso modo”, ha
proseguito il Presidente ricordando l’uomo Gianni Lenzi, oltre che il
politico, “con la sua modestia, la sua rettitudine, la sua disponibilità a
spendersi per gli altri, la sua tenacia nell’imparare, la saggezza e la
bontà: un uomo cresciuto alla scuola e nella tradizione del miglior
cattolicesimo democratico degasperiano”.
Kessler ha rivolto il suo pensiero anche alle altre due vittime strappate
all’affetto dei propri cari ed unite a Lenzi da un unico destino, Rino
Zandonai e Luigi Zortea. Una morte tragica, avvenuta al ritorno da una
missione di solidarietà, quella solidarietà e quel senso di servizio che
aveva accomunato anche le loro vite. Kessler ha richiamato le istituzioni ad
un impegno e un dovere: “dobbiamo fare tutto quanto in nostro potere” ha
detto “affinché sia fatta piena luce su quanto avvenuto su quell’aereo e
vigilare perché non rimangano ombre o misteri, magari per coprire interessi
economici o di Stato”.
MARCO DEPAOLI
Un pensiero di riconoscenza e commozione a Lenzi, Zandonai e Zortea lo ha
rivolto anche il Presidente del Consiglio regionale Marco Depaoli che
prendendo la parola “con grande fatica” ha ripercorso la storia politica ed
istituzionale, oltre che di amicizia, che lo legava alle tre vittime.
In particolare, Gianni Lenzi, “uomo di rara umanità e di onestà che non
conosceva ostacoli”, era stato suo compagno e collega fin dall’inizio della
carriera amministrativa. Il ritratto che emerge del consigliere scomparso è
quello di un uomo genuino e vero, che si è speso con inconfondibile
schiettezza ed umanità per la propria gente e la propria valle, mai
dimenticando le proprie origini. Un messaggio, questo, che ha trasmesso
anche attraverso la sua morte avvenuta proprio al ritorno da una missione di
solidarietà e servizio. “Una missione condivisa nel cuore e nell’azione” ha
detto Deapoli “con Rino Zandonai e Luigi Zortea, per tutti noi e le nostre
comunità esempi di solidarietà ed umanità: una straordinaria lezione di vita
anche per le nuove generazioni”.
MARINO SIMONI
Il Presidente del Consorzio dei Comuni trentini Marino Simoni ha richiamato
alla memoria la cerimonia avvenuta non molto tempo fa nella stessa sala
Depero a ricordo del defunto Beniamino Andreatta. In quell’occasione c’erano
anche Lenzi, Zandonai e Zortea: “sicuramente allora nessuno avrebbe mai
immaginato che oggi saremmo stati qui a ricordare loro, proprio in questa
sala, “cuore dell’autonomia trentina” e proprio per questo tragico evento”
ha detto Simoni che ha ricordato i tre sfortunati trentini come “uomini,
padri e figli di questa terra, oltre che amministratori, nel solco di una
lunga tradizione ed un filo che ci conduce assieme a costruire comunità”.
Il suo ricordo personale è andato in particolare a Luigi Zortea, collega
sindaco, chiamato simpaticamente “il Gigi delle Acli” per il suo forte
impegno nel sociale, secondo quegli ideali che ha trasferito anche
nell’attività politica ed amministrativa. “C’è un filo rosso che ci
accompagna” ha concluso Simoni “ed è la convinzione che la nostra vita ha un
senso e a noi non spetta determinarlo, ma semplicemente scoprirlo”.
ALBERTO TAFNER
Faticoso ed interrotto da silenzio e commozione il saluto del Presidente
della Trentini nel mondo Alberto Tafner, che ha confessato di non riuscire a
trovare parole che non scadano nella retorica e non risultino inopportune in
questo momento di profondo dolore.
“Rino probabilmente starà ridendo perché porto la cravatta, lui che
detestava le cravatte” ha detto Tafner. “E starà ridendo anche perché lui,
che non voleva mai essere protagonista, oggi è diventato suo malgrado un
protagonista”.
Il Presidente della Trentini nel mondo ha ricordato la figura del collega e
amico ringraziandolo per il lavoro di quarant’anni ed anche per l’ultimo
messaggio che ha saputo lasciare anche attraverso questa sciagura: “noi
tutti abbiamo perso il senso delle cose, il senso dei valori” ha detto
Tafner che ha auspicato che questa terribile disgrazia che a lui stesso ha
fatto riscoprire una nuova lettura delle cose, possa rappresentare “l’inizio
di una continuità ed una speranza vera per un futuro migliore”.
MICHELE MAZZA
Ha portato le parole del Capo dello Stato Giorgio Napolitano il Commissario
del governo Michele Mazza. “Profondamente colpito….” scrive Napolitano
“esprimo la mia commossa adesione…. e partecipazione al dolore delle
famiglie e di coloro che hanno conosciuto le vittime della tragedia
dell’airbus…”.
In particolare, Napolitano ha ricordato le vittime che tornavano dal Brasile
per lavoro o dopo aver prestato la propria opera in missione di solidarietà,
circostanze che testimoniano il senso del dovere e lo spirito di servizio
civile.
L’APPLAUSO DEL PUBBLICO
La cerimonia si è conclusa con un lungo applauso dedicato a Gianni Lenzi,
Rino Zandonai e Luigi Zortea. Un applauso che è suonato come un ultimo,
affettuoso abbraccio dell’intera comunità trentina, quella delle istituzioni
e quella di coloro che li hanno conosciuti per il grande valore, oltre che
di amministratori, di uomini.
Monica Casata
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