Intervista a Roberto Serra, un bresciano candidato al parlamento nella circoscrizione Europa — Lombardi nel Mondo

Intervista a Roberto Serra, un bresciano candidato al parlamento nella circoscrizione Europa

Roberto Serra, bresciano residente in Lussemburgo è l’altro candidato lombardo per il Parlamento Italiano nella Circoscrizione Europea, assieme ad Emilia Sina del Pd Svizzero. Entrambi sono per un rinnovamento delle rappresentanze politiche all’estero e sostenitori di Ambrosoli per le elezioni regionali in Lombardia.

Quali sono le motivazioni che l’ hanno spinta a candidarsi?

Sostanzialmente tre. Primo. Il forte desiderio di ridare dignità alla politica come “arte” di coltivare il bene comune. Veniamo da un lungo periodo di egoismo non solo economico, ma anche culturale. Per molto, troppo tempo, ci è stato spiegato che la politica era qualcosa di succedaneo all’economia e che ciò’ che era più’ importante era l’interesse individuale.
Dobbiamo rimettere al centro una politica onesta che abbia come solo fine  quello di perseguire il bene di tutti. Secondo. Il mio interesse per non dire amore per quell’Italia oltre l’Italia che ho conosciuto e continuo a conoscere nella mia vita di residente in Lussemburgo, cuore culturale e
linguistico d’Europa. Desidero dare voce a questa Italia che non potrà che assumere un ruolo sempre più’ rilevante in un mondo e in un’Europa sempre più’ piccole. Terzo. Credo nel progetto del PD e nell’idea di Paese che il mio Partito ha saputo mettere in campo. Un Paese più’ giusto, più’solidale, più’ attento a chi ha meno e, nel medesimo tempo, capace di coniugare merito  e opportunità per tutti. Il PD, che è’ il Partito degli Italiani all’Estero, rappresenta l’unica vera opportunità per questo Paese di ritrovare se stesso e crescere.

2) Quali sono le riforme e le azioni di governo che secondo lei occorrerebbe  fare in Italia per affrontare la crisi, in primis quella del lavoro?

Una vera, seria, organizzata lotta all’evasione fiscale. I controlli ex-post vanno bene, ma bisogna, una volta per tutte, tentare di estirpare questo problema alla radice. Si libererebbero risorse che, certamente, non costituirebbero la soluzione alla crisi economica, ma che potrebbero essere
destinate ad azioni o provvedimenti di equità e solidarietà sociale.
Una sensibile e tangibile defiscalizzazione di alcuni oneri legati al costo del  lavoro per le imprese che investono in formazione e ricerca. Soprattutto in ambito ambientale. Liberare risorse, – ferme nelle casse dei comuni ma  intoccabili causa patto di stabilità, – per l’edilizia di ristrutturazione e
riqualificazione di palazzi, centri storici, luoghi di attrazione turistica.
Ambiente e turismo sono, per l’Italia, due riserve di posti di lavoro non  sufficientemente valorizzate. Infine, la disoccupazione non va più vista come un problema solo nazionale. Essa è un problema che va affrontato sul piano europeo, garantendo più’ mobilità lavorativa ai cittadini
residenti nell’UE, facilitando e armonizzando le pratiche di cambio di residenza e
assunzione di personale.

3) Qual’ e’ la sua opinione sull’Europa e sul ruolo dell’Italia? In particolare cosa ne pensa delle politiche monetarie della Germania e del ruolo del sistema finanziario e bancario europeo?

Le politiche italiane – come quelle di qualsiasi altro paese dell’Unione – sono sempre più’ politiche europee. E la politica dell’UE o quella di altri stati dell’Unione non va più’ considerata politica estera ma politica interna. I futuri parlamentari italiani saranno, in qualche modo, anche parlamentari europei. L’Italia deve rinvigorire la propria vocazione europeista e lavorare per ridare all’Europa la propria vocazione di continente pacifico, con un welfare solidale, ricco di lingue e culture ma unito politicamente e non solo monetariamente. La Germania è un paese amico
che esprime democraticamente la propria visione sui problemi dell’UE e sulle  ricette per uscirne. Insieme a questo la Germania deve capire che la sua economia è parte dell’economia dell’UE e che l’uscita dalla crisi, specialmente di paesi come la Grecia, la Spagna e, con le proprie specificità, l’Italia non può’ passare solo da una rigida politica di assenza di indebitamento” e di puro rigore. La politica dovrebbe essere più’ forte e governare un sistema bancario troppo poco solidale
nonostante l’immensa liquidità riversata dalla BCE negli ultimi anni.

4) Quali iniziative ritiene si debbano adottare per le nostre Comunita’ all’estero? In particolare per i giovani quali sono le sue proposte?

Trovare risorse per incentivare l’insegnamento e la diffusione della lingua italiana. Come? Rivedendo al ribasso le esosissime spese di rappresentanza  delle nostre rappresentanze diplomatiche. I Patronati devono rilanciare il proprio ruolo di segretariato sociale anche rivolgendosi a una popolazione più’ giovane che ha ripreso a emigrare e necessita, una volta giunta
nel paese di destinazione, di sostegno iniziale e orientamento. Dopo i tristi anni del governo berlusconiano, l’Italia deve riprendere attenzione e interesse verso questa immensa risorsa costituita dagli Italiani residenti all’Estero.

5) Lei e’ di origine bresciana. Ci dia una opinione sulle elezioni regionali lombarde viste dall’estero?

Mi auguro che i lombardi capiscano che è venuto il momento di girare pagina dopo il ventennio formigoniano. Ambrosoli è una persona perbene, slegata da potentati e lobbies economiche, attento a una Lombardia più’ solidale, aperta e serena. La classe dirigente lombarda berlusconiano-leghista ha espresso il peggio e non ha saputo valorizzare le mille risorse imprenditoriali e sociali tipiche di questa bellissima regione.

CHI E’’

Roberto Serra è nato a Rovato in provincia di Brescia, figlio e nipote di  piccoli artigiani. Laureato nel 1991 in pedagogia presso l’Università di Verona, ha lavorato presso diverse scuole medie statali della zona e nel mondo della cooperazione sociale come pedagogista, formatore e amministratore di cooperative. Nel 2001 si è trasferito prima a Bruxelles poi in Lussemburgo dove ha iniziato a lavorare come direttore del nido aziendale in una delle istituzioni europee presenti nel Granducato.
Iscrittosi nel 2001 ai DS di Lussemburgo ne è diventato segretario  nazionale nel 2004 , aderendo anche all’LSAP (il Partito Socialista Operaio Lussemburghese. Sempre nello stesso anno ha concluso un master biennale in direzione e gestione delle risorse umane. Nel 2008 ha contribuito a far nascere il PD in Lussemburgo. Attualmente lavora come Human Resources Manager presso una ditta americana operante nel settore tecnologico.

Intervista a cura del Portale dei Lombardi nel Mondo
www.lombardinelmondo.org

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