Cambiare nome al Corso Umberto I? Mai! — Lombardi nel Mondo

Cambiare nome al Corso Umberto I? Mai!

Tanti anni fa si pensó di cambiare nome al Corso Umberto I della città di Cordoba sostituendolo per quello di Brigadiere Generale Juan Bautista Bustos. Le proteste, provenienti da diversi settori, non si fecero attendere. Di Jorge Garrappa

Tanti anni fa si pensó di cambiare nome al Corso Umberto I della città di Cordoba sostituendolo per quello di Brigadiere Generale Juan Bautista Bustos.

Le proteste, provenienti da diversi settori, non si fecero attendere. Dissero che per evitare che il Comune cadesse in un grosso errore e provocasse equivoci ed omissioni sgradevoli.

E non è che si pretendesse ignorare la gloria dell’illustrissimo “punillano” (originario della Valle di Punilla), che contro gli invasori inglesi e, per la giustizia e la liberta, guadagnò l’onore di imporre il suo nome a vie e piazze del paese.

D’altronde s’inferiva che, i governanti, in passato avevano preso quella decisione sbagliata ed erano ormai disapprovati.

Tuttavia, l’11 novembre 1900, con la scomparsa di Umberto I, Cordoba e molte altre città argentine credono giunto il momento di rendere omaggio al Re d’Italia, imponendo il nome a uno dei suoi corsi principali.

Era Sindaco del capoluogo della provincia mediterranea, originario della provincia di santa Fe, il dott. Geronimo del Barco, distinto Professore, Onorevole, Ministro di Governo e Senatore.

Nello scoprire la targa di bronzo sull’angolo di Corso General Paz e Progreso, disse alla folla riunita, tra cui c’era anche il Console d’Italia, dott. Francisci, i Cavalieri Pagliari e Caraffa e il presidente delle istituzioni italiane: “La memoria del Vostro Re sarà inestinguibile tra noi. Re, Cavaliere e nobile, la cui qualità dei sentimenti e del carattere, è stata sempre un sincero affetto per l’Argentina”.

Come si vede nella fotografia, quella targa di bronzo rimane ancora oggi affissa sulla facciata della Scuola Provinciale Juan Bautista Alberdi, progetto dell’architetto napoletano Carlo Morra,  Marchese di Monterochetta (Napoli 18/12/1853 – Buenos Aires 30/06/1926), nell’incrocio dei corsi Umberto I e General Paz.

Il 15 Agosto, alla Camera dei Deputati della Provincia, l’onorevole Pedro Vieyra Latorre ricordava in un discorso vibrante al monarca scomparso. Lo stesso accadeva presso il Consiglio Comunale, nelle parole del consigliere Wilfrido Torres.

Questi tributi ubbidivano a ragioni ben precise. Umberto I, il “Re galantuomo”, conduceva l’Italia Unita quando era scattato il conflitto limitrofe con la Repubblica del Cile.

Interessi sempre presenti in queste liti, purtroppo né gli argentini né i cileni, avevano portato entrambi i paesi sull’orlo della guerra.

A quel punto, l’Argentina, era in chiara inferiorità militare rispetto al Cile e pressoché impossibilitata di organizzare la marina militare per la negativa delle potenze europee ad aiutarla.

Proprio in quel momento, il Re Umberto I di Savoia, ordinò all’Ammiraglio Benedetto Brin (cinque volte Ministro della Marina e architetto della potente flotta della Regia Marina Militare Italiana) di mandare quattro potenti corazzate in Argentina.

Corazzate che trasportavano fucili e cannoni che ,vista la fretta, non gli erano stati nemmeno cancellati gli stemmi di Casa Savoia.

A parte questo, Umberto I dispose che, i comandanti delle navi da battaglia italiane si subordinassero immediatamente al Comando in Capo della Marina Militare argentina, i cui ufficiali erano maggiormente italiani.

L’atteggiamento del Re d’Italia nei confronti dell’Argentina era talmente chiaro che migliaia di emigrati si arruolarono nei vari corpi di Esercito: circa 90.000 uomini disposti alla difesa della Patria adottiva.

Molti di questi soldati erano reduci che avevano combattuto agli ordini dei Colonnelli genovesi Giribone e Giovanni Battista Charlone, nella guerra del Paraguay.

Il giornalista cordobese Josè Ignacio Dutari, direttore del Giornale “Los Principios”, riguardo a quel conflitto, scrisse: “Così arrivarono nel paese, nel 1898, la “Garibaldi”, la “Belgrano”, la “Pueyrredon” e la “San Martin”, corazzate moderne, ben attrezzate, con grande potenza bellica. L’Italia ci salvò da una dura disfatta”.

Il monumento al Brigadiere Generale Juan Bautista Bustos ha trovato un bel posto vicino a Piazza Spagna, ai piedi del Parco Sarmiento.

Jorge Garrappa Albani – Redazione Portale Lombardi nel Mondo–20/09/2011

jgarrappa@hotmail.com – jgarrappa@arnet.com.ar

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