Le interviste ai candidati lombardi all’estero: Gianfranco Sangalli — Lombardi nel Mondo

Le interviste ai candidati lombardi all’estero: Gianfranco Sangalli

Le interviste ai candidati lombardi all’estero sono uno strumento importante per conoscere i temi e le istanze delle nostre comunità fuori dall’Italia. Riportiamo l’intervista a Gianfranco Sangalli di origine bergamasca e residente il Spagna realizzata prima delle politiche del 2008.

Gianfranco Sangalli è un cittadino italiano nato a Lima, Perú, nel 1961. Il suo sito internet ci spiega nel dettaglio le origini della sua famiglia: i Sangalli furono ascritti al Consiglio dei Nobili di Bergamo nel 1584. Il bisnonno Antonio, nella Guerra di Indipendenza, combatté alle vittoriose battaglie di Solferino e San Martino; il nonno Emilio era parente di Santa Vincenza Gerosa. Ha frequentato le scuole in Perù, fino a diventare docente universitario. Dal 1998, vive e lavora in Spagna come consulente e imprenditore. Il suo sito è www.gianfrancosangalli.info  . Si candida al Senato per La Destra nella Circoscrizione Europa.

 

1) Per quale ragione, a suo giudizio, gli elettori italiani residenti all’estero dovrebbero nella sua circoscrizione scrivere il suo nome sulla scheda elettorale?

 

Per ragioni varie. Prima di tutto perché non appartengo alla Casta oligarchica della politica italiana, non sono un politico di mestiere, assuefatto agli intrallazzi ed interessi del Potere; quindi, non condizionato né inquinato dal Sistema, e per questo più libero di agire solo a rappresentanza dei legittimi interessi degli italiani in Europa (e anche in Patria poiché, è bene ricordarlo, il parlamentare rappresenta l’intera Nazione). Poi, anche perché sono davvero uno di loro, forse più di qualcuno giacché nato all’ estero ed italiano di seconda generazione, nato in seno ad una famiglia che seppe preservare e tramandare le proprie tradizioni ed identità italiane; questa è, a mio avviso, ulteriore garanzia per svolgere un lavoro libero dai vizi della Casta politica italiana. Per ultimo (sì, ultimo, perché in un’ Italia e Mondo allo sfacelo, per me le ragioni morali contano di più), perché professionalmente qualificato.

 

2) Quali sono le ragioni che l’hanno spinta a scegliere la forza politica con la quale è in lista per il parlamento italiano?

 

Al di sopra di qualsiasi altra considerazione, nell’ osservare stupito la generale corsa verso il “Centro” politico, e cioè verso il vuoto dottrinario e morale, la mia scelta è stata determinata inanzi tutto dall’ intima necessità di restare coerente con me stesso, col mio ormai più che ventennale percorso politico; credente a principi e valori permanenti e trascendenti, non sono mai stato di sinistra e neanche mi ritengo rappresentato da un PdL che si proclama moderato e liberale (quando invece la situazione di generale scadimento morale e materiale esige soluzioni ardite e non meramente impostate ad un economicismo non bolscevico nelle premesse, ma sì nelle conseguenze di estremo materialismo edonismo relativismo). Poi, ho ritenuto di individuare nella coalizione “La Destra-Fiamma Tricolore” un soggetto politico che si richiama a principi e valori che, come Dio Patria Famiglia, per me non solo sono fondamentali ma fondanti sia della Società civile sia dello Stato, se vogliono essere efficacemente volti all’ attuazione del Bene Comune. Dunque, questa forza politica per me rappresenta l’ultima sponda a difesa dei principi e dei valori tradizionali il cui progressivo abbandono negli ultimi 60 anni è causa della maggior parte dei mali della società odierna.

 

3) Se sarà eletto, quale sarà il suo primo atto da senatore?

 

Sarà un atto di carattere interno: proporre/promuovere un comitato parlamentare trasversale che raggruppi tutti i parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero.

 

4) Come giudica i due anni di attività parlamentare dei Senatori e Deputati italiani eletti nelle circorscrizioni estero durante la legislatura uscente?

 

Il mio giudizio non può essere troppo positivo, in quanto è evidente che, chi di più chi di meno, sono tranquillamente entrati nel giuoco della politica diciamo “metropolitana” non risultando affatto che siano diventati vere tribune delle istanze più care agli italiani all’ estero. Al di là della mia disapprovazione della sua decisione di sostenere il Centrosinistra, forse l’ unica eccezione sia stata quella del Senatore Pallaro, che disponendo di risorse economiche personali di una certa entità si è dato da fare con l’ufficio da lui aperto in Argentina.

 

5) Quali sono, secondo lei, i bisogni più urgenti degli italiani all’estero nella circoscrizione che intende rappresentare e che il parlamento dovrebbe affrontare con maggiore urgenza?

 

Io non parlerei di “bisogni più urgenti degli italiani all’estero” perché non ritengo sia il caso di farne qui della casistica. Le nostre collettività all’ estero devono essere viste come tessuti sociali vivi che vanno rafforzati, rinsaldati, nell’ insieme della loro plurima dimensione (culturale-sociale-economica) attraverso interventi legislativi organici. Prima di tutto occorre garantire l’adeguata preservazione dell’identità italiana, per cui il consolidamento/potenziamento della rete scolastica italiana in Europa ed una più omogenea –nei contenuti- attività degli Istituti Italiani di Cultura, nonché il maggior coinvolgimento delle Regioni nell’ avvicinare soprattutto i giovani alle proprie radici, sono indispensabili. Poi, bisogna rendere dappertutto più agevoli le pratiche consolari, per cui una riforma dei Consolati volta ad assicurarne l’efficienza è urgente; qui ci vuole un opera di ammodernamento sia “mentale” sia materiale che, per esempio, tramite la “telematizzazione” consenta ai nostri connazionali di entrare in diretto rapporto con l’ Amministrazione in Italia, riducendo al massimo il ruolo d’ intermediazione degli addetti consolari. Infine, in materia economica, per esempio, promuovere meccanismi di coordinamento efficace tra ICE, Camere di Commercio e organi regionali preposti alla promozione del Made in Italy onde evitare l’ attuale dispersione degli interventi. E tante altre cose che qui non c’è spazio per esporre.

 

6) Qual è oggi il suo rapporto con la Lombardia e con l’Italia in generale?

 

Con la Lombardia e con l’Italia in generale ho un rapporto culturale, imprenditoriale, politico e familiare che non esito a definire vivo e sempre vivificante per chi si trova all’ estero.

 

Redazione Lombardi nel Mondo

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