L’intervento di Nicola Stivala a Zurigo — Lombardi nel Mondo

L’intervento di Nicola Stivala a Zurigo

Stivala, presidente dell’Associazione “Gente Camuna” ha rivolto un doveroso e cordiale saluto alle numerose autorità presenti e a tutti i convenuti, e un sentito ringraziamento agli organizzatori per la riuscita dell’incontro.

“Quando si è previsto di organizzare  questo incontro come momento di festa, non si poteva certo prevedere il tragico evento che ha sconvolto una vasta area dell’Abruzzo, Regione, come altre, di forte emigrazione.

Di fronte a tali disastri e alle 295 vittime che il sisma ha provocato, ogni altra cosa perde di significato; sia pure però con uno stato d’animo diverso vogliamo cogliere questa occasione per un momento di riflessione sullo Statuto della regione Lombardia promulgato il 30 di agosto dello scorso anno, per alcune, pur brevi, considerazioni e per qualche proposta.

Anzitutto è doveroso l’apprezzamento per l’ampio consenso con cui il documento finale è stato approvato, testimonianza questa di una sostanziale condivisione da parte delle forze politiche presenti in Consiglio non solo del contenuto dei 65 articoli, ma soprattutto dei principi e dei valori che essi esplicitano.

Non è certo questa l’occasione per dilungarci più di tanto sulle singole norma dello Statuto, sia pure con la necessaria sintesi ne ha fatto cenno il presidente dei Mantovani nel Mondo Daniel Marconcini, ma non posso sottacere per un verso il richiamo all’Autonomia della Regione e per altro verso il solido legame con la nostra Costituzione ampiamente richiamata nell’art. 1.

Il nostro Paese vive ancora oggi il fenomeno non sempre positivo, del campanilismo, retaggio di una storia che ha visto per tanti secoli l’Italia frantumata in tanti Stati e Staterelli, spesso “l’un contro l’altro armato”. Ma se questa diversità ci caratterizza vivendo nei  nostri paesi, quando varchiamo i confini dimentichiamo le nostre provenienze regionali  e ci sentiamo soprattutto italiani. Questo è lo stato d’animo infatti dei nostri emigrati sparsi nel mondo; pur non rinnegando infatti usi e costumi delle rispettive terre d’origine, essi costituiscono un fondamentale avamposto di italianità.

Era però altrettanto necessario superare l’immagine centralista dello Stato ed attualizzare i richiami alle autonomie locali voluti dai Padri Costituenti.

Lo Statuto della Regione Lombardia ha ben coniugato questi due aspetti integrandoli con un altro principio, quello della sussidiarietà e cioè di un ulteriore decentramento delle funzioni.”

Stivala ha quindi richiamato il ruolo importante e spesso determinante che oggi la Lombardia ha in tanti settori della vita nazionale, ma anche che da questa terra sono partite centinaia di migliaia di persone verso altri Paesi vicini e lontani in cerca di lavoro e fortuna, ed ha aggiunto: “Per un lungo tempo di queste persone, di questi italiani, di questi lombardi nessuna istituzione si è interessata. Sono state le Associazioni sorte negli anni ’50 del secolo scorso a non lasciarli soli e a sollecitare gli Enti proposti all’approvazione di norme specifiche ed a prestare la loro collaborazione nella formulazione di tali norme. Fu così che il Consigli Regionale Lombardo approvò la legge n° 85 del 1° gennaio 1985 che reca “Norme a favore degli emigrati lombardi e delle loro famiglie” . Occorre oggi – ha concluso Stivala – rivisitare quelle norme e renderle più attuali e coerenti anche con le nuove forme di emigrazione, senza però dimenticarsi  di quei  tanti nostri concittadini che vivono tuttora problemi sociali, economici e sanitari gravi. Nei momenti di crisi economiche o politiche, sono essi a pagarne maggiormente le conseguenze. E’ successo in Argentina qualche anno fa, sta succedendo oggi ai nostri lavoratori frontalieri. Per questo chiediamo che si ponga mano a quella legge per portare a compimento il lavoro col  sottosegretario agli affari internazionali dott. R. Ronza, e che, dopo l’emanazione dello Statuto, trova nuova sollecitazione nel c. 5 dell’art. 6 che recita:” La regione  sostiene e valorizza le comunità dei lombardi nel mondo”. Questo impegno rende onore a chi lo ha proposto, ma ora occorre dargli coerente operatività”.

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