Elezioni Comunali Milano 2016, ecco i candidati Sindaci che sfideranno Parisi al Comune di Milano — Lombardi nel Mondo

Elezioni Comunali Milano 2016, ecco i candidati Sindaci che sfideranno Parisi al Comune di Milano

CONOSCIAMO I CANDIDATI SINDACO DI MILANO. Dopo la rinuncia di Giuliano Pisapia, una schiera di potenziali Sindaci inizia a farsi avanti. Ecco i candidati per elezioni comunali di Milano 2016 del centrodestra, del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle nel mentre gli outsider restano tali

Le elezioni comunali Milano 2016 si terranno nella primavera del prossimo anno ma già sul fronte della politica tutti i cittadini si domandano chi tra i candidati sindaco sarà in grado di conquistare l’amministrazione di una tra le più importanti metropoli europee, anche in virtù del successo in termini propagandistici ottenuto da Milano con Expo 2015.

Dunque, considerato che Matteo Salvini, uno dei papabili, ha declinato a suo modo di concorrere a sindaco, ora la questione è: chi siederà a Palazzo Marino? sarà Antonio di Pietro? E dalla folta schiera … chi altro sbucherà?

Nella giostra della politica ridotta ancora una volta mero spettacolo di provincia e sull’onda dei recenti scandali che coinvolgono la sanità lombarda, proviamo a presentare i candidati sindaci di Milano.

Per quanto riguarda il Partito Democratico, il candidato ufficiale è Giuseppe Sala. Il manager di Expo, travolti in un sol colpo ma senza ferire i vari Balzani, Majorino e Iannetta, ha ottenuto oltre il 40% dei voti e sull’onda del successo conseguito nelle primarie del centrosinistra milanese, si appresta in tutta scioltezza a sfidare i candidati del centrodestra, in primis Stefano Parisi e Patrizia Bedori del Movimento 5 Stelle.

Stefano Parisi, il numero uno di “Chili” la piattaforma telematica di video e film on demand; ex direttore generale di Confindustria, ex amministratore di Fastweb ed ex City manager nella giunta Gabriele Albertini, forte dell’azione aggregante di Maurizio Lupi e Alessandro Colucci, ha già radunato attorno a sé la folta schiera dei sostenitori del nuovocentrodestra – area popolare, alquanto delusi da Berlusconi e dalle idee populiste propagandate dalla Lega, per intenderci quelle griffate Salvini/Maroni più propense a “ruspe e trattori”, rispetto a rivendicazioni di buona policy del resto mai concretizzata. Prima di Salvini si era parlato a lungo di Maurizio Lupi e Alessandro Sallusti, ma visti i mediocri sondaggi accatastati sulla pregiata scrivania di Silvio Berlusconi e i mugugni di Angelino Alfano più orientati al Centro carreggiata rispetto ai “fuoristrada” leghisti, qualcuno … ha suggerito che forse era il caso di desistere e proporre invece Paolo Del Debbio che ha però preferito far parlare di sé attraverso gli ascolti populistici della sua trasmissione, piuttosto che scendere in piazza, ossia “metterci la faccia” come sovente lui suole dire.

E il Movimento 5 Stelle?

La candidata scelta rigorosamente online, la 52enne disoccupata, Patrizia Bedori, grillina del Movimento fin dalla primissima ora, ha più volte orgogliosamente rivendicato di aver combattuto per togliere la plastica dalle mense e per facilitare gli accessi gratuiti agli impianti sportivi per i disabili. Ora, và bene che queste tematiche sono pressoché condivise da tutti coloro che hanno un minimo di discernimento politico, rimane da capire quanto importanti siano rispetto alla “malasanità” in Lombardia e quanto secondarie invece siano le sue proposte nei confronti dell’efficienza e sicurezza dei trasporti regionali, della tutela ambientale, della sicurezza dei cittadini, dell’occupazione giovanile e non, della tutela dei diritti per la prima casa e … chi più ne ha, più ne metta perché la lista sarebbe per tutti e non solo per la Bedori, davvero lunghissima! Ha comunque suscitato un certo scalpore o sgomento a seconda dei punti di vista , la sua idea d’integrazione etnica e religiosa: “Poiché si ha paura di ciò che non conosciamo, allora … perché non realizzare piccole moschee e centri culturali in ogni quartiere al fine di favorire l’integrazione?” Ecco il suo pensiero sul candidato del centrosinistra, Giuseppe Sala: “Se il centrosinistra non è riuscito a tirare fuori un nome politico, ma quello di un manager, vuol dire che è in grossa difficoltà”.

Tra gli outsider, il cui collocamento politico è da capire se vale solo per … candidiamoci così si parla di noi … oppure se vale per essere sicuramente ascritti, certamente vi sono: Antonio Di Pietro, Vittorio Sgarbi e Corrado Passera. Ma sarà per le loro effettive potenzialità, oppure per le loro nostalgiche comparsate dell’era post prima Repubblica, post Berlusconi e infine post Governo del duo più deprecato e inviso dagli italiani, Monti e Fornero? Il solo dei tre che sta conducendo una vera e propria campagna elettorale dai connotati però autolesionisti, è Corrado Passera, l‘ex amministratore di Banca Intesa San Paolo che ha riempito le vie della città con manifesti e slogan quanto allarmanti, considerato che per lui, zingari e profughi altro non son che mera “zavorra” di cui bisognerebbe liberarsi, in perfetto stile “salvinista” non certo metafora delle lussureggianti boschive della Baviera.

Ma quando si vota per le elezioni comunali di Milano del 2016? Attorno al 10 giugno con ballottaggio al 29 giugno? Certamente sarà ancora una volta un voto estivo, praticamente balneare al 100% visti i torridi gradi raggiunti nella scorsa estate.

Come si vota per le elezioni comunali di Milano? Nei comuni con più di 15mila abitanti si vota con una sola scheda, sulla quale si trovano riportati i nomi dei candidati sindaci con affianco le varie liste che appoggiano il candidato. Si può esprimere il voto in modi diversi: segnando una X solo sul simbolo della lista (e in questo modo la preferenza va alla lista e al candidato sindaco che questa appoggia); con voto disgiunto, tracciando un segno sul simbolo di una lista e tracciando allo stesso tempo un segno sul nome di un candidato non appoggiato dalla lista votata; tracciando un segno sul nome del sindaco (senza quindi scegliere nessun partito), si vota solo per il candidato sindaco e non per le liste che lo appoggiano; indicare una preferenza per il consigliere comunale, scrivendone nome e cognome nella riga di fianco al simbolo della lista che lo appoggia.

Nei Comuni con più di 15mila abitanti, viene eletto sindaco al primo turno il candidato che conquista almeno il 50% più uno dei voti validi. Se nessun candidato ottiene questo risultato, si torna al voto due domeniche dopo per votare tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. Viene eletto il candidato che prende più voti.

Il Consiglio comunale viene stabilito seguendo queste regole: se le liste collegate al candidato eletto nel primo o nel secondo turno non hanno conseguito almeno il 60% dei seggi ma hanno ottenuto nel primo turno almeno il 40% dei voti, otterranno automaticamente il 60% dei seggi. I seggi restanti saranno divisi tra le altre liste proporzionalmente alle preferenze ottenute.

Milanesi … alle urne! Il Dio della politica vi accompagnerà!

Di Maurizio Pavani (mauripress@live.it)

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