Artisti Lombardi in Spagna (6) — Lombardi nel Mondo

Artisti Lombardi in Spagna (6)

Offriamo ai lettori una serie sugli Artisti Lombardi attivi in Spagna tra i secoli XII e XIX, un primo passo per comprendere l’estrema mobilità di artisti, artigiani, idee e materiali nel corso dei secoli.
Artisti Lombardi in Spagna (6)

Gandino (Val Seriana)

CASTELLO Gian Battista, «Il Bergamasco»

(Gandino in Val Seriana, 1500 circa – Madrid, 3 giugno 1569)

 

Pittore e architetto.

Dopo aver lavorato con Luca Cambiaso a Genova, dove sposa Margherita, vedova di Nicolosio Granello, perseguito per debiti, si imbarca «senza far motto ad alcuno» per la Spagna. Incerta è la data d’arrivo.

L’ultimo documento attestante la sua presenza a Genova è del 12 aprile 1567. Unico riferimento preciso che attesta la sua presenza in Spagna è del 5 settembre 1567, anno in cui viene nominato da Filippo II «mozo» di corte, con assegno di 3.000 reali annui, con l’obbligo di risiedere a Madrid e di attendere ai lavori delle residenze reali di El Escorial, Madrid, Segovia, Aranjuez e Toledo (ampliamento dell’Alcàzar).

E’ quindi probabile che il viaggio in Spagna abbia avuto luogo nell’estate del 1567.

Ciò non esclude che il Castello abbia avuto precedenti contatti, a Genova, con personaggi vicini alla Corte spagnola.

E’ del 1564, infatti, il progetto per il palazzo di Don Alvaro de Bazàn, Marchese di Santa Cruz a El Viso, e, dal dicembre dello stesso anno, quello di due monumenti sepolcrali per il «Comendador Mayor de Castilla», D. Luis de Requesens.

E’ difficile tuttavia supporre che questi contatti abbiano dato luogo a prolungati soggiorni in Spagna.

Probabilmente, anche per quanto concerne El Viso, il Bergamasco si limitò alla progettazione del palazzo, affidando la direzione e l’esecuzione dei lavori a maestranze genovesi, dirette da Antonio Ro­derio, e di cui fanno parte lo scultore G. B. Olamoschin, Maestro Domenico e Maestro Alberto, carpentieri e, per le opere di rifinitura, i fratelli Perola, Cesare Arbasia, Nicola e Fabrizio Castello.

Nei due anni della sua attività in Spagna il Castello si occupa soprattutto della direzione e del coordinamento della decorazione per l’interno dell’Alcàzar di Madrid (Torre nuova, 1569). Lavorano alle sue dipendenze i pittori G. Maria e Francesco da Urbino, il doratore Francesco Viana e lo stuccatore Pietro Milanese.

Più incerta è la partecipazione del Bergamasco alla decorazione di una stanza nella residenza de El Pardo in collaborazione con G. Becerra e la sua paternità dello scalone principale del Monastero de El Escorial, attribuitagli da Padre Sigüenza. Non si può escludere tuttavia la possibilità che il Bergamasco abbia fornito suggerimentii e disegni per lo scalone, che risultava già in costruzione nel 1567, anno dell’arrivo del Nostro in Spagna.

Il Fiocco gli attribuisce un intervento nella Sala delle Battaglie de El Escorial e il Selva il disegno per la costruzione della galera capitana di Don Giovanni d’Austria per la sua spedizione del 1568.

G. B. Castello muore improvvisamente a Madrid il 3 giugno 1569, lasciando la moglie e due figli, Niccolò Granello, figlio di Margherita e del primo marito, e Fabrizio Castello, entrambi «Pittori di Corte» e attivi a El Escorial.

 

Opere:

 

EL ESCORIAL. Monastero, Intervento nello scalone principale, – Galleria delle Battaglie: Intervento negli affreschi.

EL PARDO. Torre Vecchia, “Leggenda di Perseo e la Medusa” (col Becerra).

EL VISO. Palazzo di Alvaro de Bazán, Progetto.

MADRID. Acc. di San Fernando, “Vergine col Bambino”; ”Davide” (dis.). – Bibl. Nazionale, “Guerriero ignudo” (dis.).

 

 

CENSORE Clemente

(Sec. XVII)

 

Scultore, fonditore milanese.

Ingaggiato dal Crescenzi, è in Spagna nel 1620, dove lavora con G. Antonio Ceroni all’Escorial.

 

Opere:

 

EL ESCORIAL. Pantheon dei Re, “Otto angeli murari” (bronzo dorato).

 

 

CERONI Giovanni Antonio

(Milano, 1579 – Madrid, 1640)

 

Scultore. Ingaggiato dal Crescenzi, è in Spagna nel 1620. All’Escorial, con Clemente Censore esegue modelli di sarcofagi, angeli e candelabri in bronzo per il Pantheon dei Re.

Passa poi a Salamanca dove, per la Chiesa del Convento di S. Ste­fano, esegue il fregio e gli ornamenti della facciata.

 

Opere:

 

EL ESCORIAL. Pantheon dei Re, “Angeli in bronzo”, candelabri e decora­zioni.

SALAMANCA. Chiesa del Convento di S. Stefano (facciata): “Martirio di S. Stefano”; “Calvario”; “Fregio” (20 statue di apostoli, santi e meda­glioni), F.

 

 

CIGNAROLI Giovanni Bettino

(Salò, 4 luglio 1706 – Verona, 7 dicembre 1770)

 

Pittore.

Si forma nell’ambito del Veronese e del Caravaggio. Lavora con G. B. Tiepolo a Palazzo Labia. E’ invitato da molti principi stranieri o lavora per essi. Per Isabella Farnese dipinge la Vergine destinata alla Cappella di Riofrio e oggi al Museo del Prado. La sua pittura è assai vicina a quella del Maratta.

 

 

COLONNA Angelo Michele

(Rovenna, Como, 1600 – Bologna, 11 marzo 1687)

 

Pittore.

Il nome «Angelo Michele» è attestato dal Malvasia. In Spagna è sempre indicato solo come «Miguel». E’ dubbio se sia nato a Rovenna, come vuole il Campori, oppure a Ravenna (Quillet) o infine a Varenna (Como).

Specializzato in opere di prospettiva, appresa dal Dentone, da cui eredita disegni e cartoni, lavora sempre con Agostino Mitelli.

Notato dal Velàzquez nel 1649 durante il suo passaggio da Bologna, è segnalato a Filippo IV ed invitato, assieme al compagno, per ese­guire opere di decorazione all’Alcàzar di Madrid e al Buen Retiro.

Giunge in Spagna nel 1652 (e non nel ’58 come generalmente si ritiene) ed è alloggiato a Palazzo, nella Casa del Tesoro, accanto a quella del Velàzquez.

Affresca tre sale al pianterreno dell’Alcàzar. Mentre il Mitelli fa sfoggio di architetture e di prospettive, egli dipinge figure (l’Aurora, la Notte, la Caduta di Fetonte) e imitazioni di bassorilievi in bronzo.

Su disegni di Velàzquez e con la collaborazione del Mitelli af­fresca il Salone degli Specchi e, al Buen Retiro, l’Ermita di San Paolo. Lavora quindi al Convento delle Descalzas Reales (decorazione della scalinata) e per i giardini del Marchese di Hélice, sulla via del Pardo, allestisce e decora, con la Favola di Narciso, una fontana la cui esatta prospettiva suscita lo stupore dei visitatori.

Con Mitelli dà inizio nel 1660 agli affreschi per la cupola della Chiesa della «Mercede Calzada». La ricevuta dei pagamenti per gli affreschi della Chiesa della Mercede porta la data del 26 maggio 1662.

La morte del compagno (2 agosto dello stesso anno) lo costringe a continuare da solo l’opera, terminata la quale, nel maggio 1662 rien­tra a Bologna.

In Spagna la maggior parte delle sue opere è andata perduta.

 

Opere:

 

MADRID. Acc. di San Fernando, Due progetti per la decorazione di una cupola (dis.). – Conv. delle Descalzas Reales, Decorazione della scalinata (resti di affreschi). – Museo del Prado, Bozzetto di affreschi per una volta (dep. n. 018/028). – Palazzo Reale, Pro­getto di decorazione per Sant’Antonio dei Portoghesi (dis.).

 

 

A cura di Luigi Rossi (Bochum)

www.luigi-rossi.com

 

fine sesta puntata

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