Occupazione e stipendi, Lombardia al top: ecco la mappa delle province — Lombardi nel Mondo

Occupazione e stipendi, Lombardia al top: ecco la mappa delle province

Milano 28 giugno 2018 – Nella classifica nazionale degli stipendi ci sono sette province lombarde, con Varese a guardare tutti dall’alto. Di primo piano anche il tasso di occupati a tempo indeterminato o in part-time volontario

 

 

di Monia Rota

 

 

Milano ospita il Festival del Lavoro organizzato dai Consulenti del Lavoro al MiCo, da oggi pomeriggio a sabato, con i gradi di città-faro per la ripresa occupazionale. Un documento redatto dall’Osservatorio statistico mostra infatti che la Lombardia ha trainato la risalita dell’occupazione nazionale e a oggi ha un tasso di occupazione storico: nell’età compresa tra i 15 e i 64 anni il 67,3% è occupato, 1,4 punti percentuali in più rispetto al 2008.

Il rapporto nazionale “Le dinamiche del mercato del lavoro nelle province italiane” verrà presentato durante il Festival. In un focus, sono stati anticipati i contenuti riguardanti la Regione ospitante. E ne è emerso che il recupero lombardo è di qualità. “Spesso l’aumento dell’occupazione è legato a fenomeni di precarizzazione e stipendi inferiori alla media. L’aumento dell’occupazione in Lombardia non è dovuto a questi fenomeni. Infatti, sia il tasso di occupati standard (ovvero gli indeterminati a tempo pieno o in part-time volontario), sia gli stipendi medi dei dipendenti vedono le province lombarde ai primi posti delle classifiche 2017”, dice il rapporto.

Gli statistici ricordano che spesso i “lavoratori non standard” (tempi determinati, part-time involontari) hanno retribuzioni sensibilmente inferiori a quelle degli “occupati standard”, anche a causa degli orari ridotti e della discontinuità contrattuale. Alcuni di questi lavoratori potrebbero appartenere alla categoria dei working poors, cioè coloro che, pur avendo un’occupazione, si trovano a rischio di povertà e di esclusione sociale a causa di un reddito molto basso, dell’incertezza sul lavoro, della scarsa crescita reale del livello retributivo e dell’incapacità di risparmio.

Gli occupati a tempo indeterminato o part-time volontari

Ebbene, questa piaga è tutto sommato limitata in Lombardia. Infatti il tasso più elevato di occupati standard, anche rispetto a tutte le altre province italiane, è Varese (il 73%). Seguita da Monza e Brianza (72,8%), Lecco (71,5%), Lodi (71%), Pavia (70,9%), Bergamo (70,4%), Cremona (69,5%). “Il mercato del lavoro lombardo si distingue per essere anche molto inclusivo.

Tutte le province hanno un tasso di giovani che non lavorano e non studiano (Neet) al di sotto del 20%, con punte di eccellenza del 12,7% a Cremona e dell’11,9% a Lecco”, dice ancora l’Osservatorio. Secondo il quale “i buoni risultati conseguiti dalle province lombarde sono in gran parte riconducibili alla organizzazione efficiente e innovativa che la Lombardia si è data nella gestione delle politiche attive e nella rete di attori pubblici e privati che operano in sinergia da oltre 10 anni. Infatti, nella regione che per prima ha introdotto la “Dote Lavoro” e dove il sistema pubblico dei servizi per l’impiego è coadiuvato da un’ampia rete di soggetti privati accreditati, Garanzia Giovani ha trovato un contesto già collaudato, che è stato in grado di dare risposte efficaci al contenimento della disoccupazione giovanile”.

Altro elemento positivo del lavoro in Lombardia è il livello medio delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti. Nella top ten delle province italiane dove si guadagna di più ben sette posizioni sono occupate dalle lombarde. Si va dai 1.459 euro di Varese (seconda posizione) ai 1.442 euro di Como (quarta), passando ai 1.431 euro di Milano (quinta). C’è poi Lodi (sesta) con 1.430 euro, Monza e Brianza (settima) con 1.427 euro, Bergamo (ottava) con 1.422 euro e, infine, Pavia (decima) con 1.420 euro. (fonte e immagini: repubblica.it)

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