La storia dell’emigrazione italiana illustrata ai giovani lombardi del Costa Rica — Lombardi nel Mondo

La storia dell’emigrazione italiana illustrata ai giovani lombardi del Costa Rica

Il corso per corrispondenti lombardi tenutosi in Costa Rica ha rafforzato l’identità italiana attraverso una migliore conoscenza delle proprie origini.

I costaricensi di origine italiana hanno una grande ammirazione per l’Italia e per le proprie origini pur non conoscendo molto bene la storia dell’emigrazione italiana. Come del resto avviene in Italia.

E’ stato quindi interessante poter spiegare, senza ostacoli, le vicende relative alla grande mobilità degli italiani partendo dai movimenti antecedenti l’unità d’Italia del 1861 fino ai giorni nostri, attraverso la Grande migrazione avvenuta tra il 1880 e il 1915, la sospensione temporanea seguita alla prima guerra mondiale e la ripresa fino alle leggi restrittive fasciste e dei paesi di grande immigrazione. Altro stop a causa della seconda guerra mondiale e il nuovo esodo  verso l’Europa, ma anche paesi come Australia, Canada e Argentina e Belgio con accordi tra stati. Per poi arrivare agli anni settanta quando il saldo emigrazione – immigrazione si azzera e comincia l’immigrazione verso l’Italia che ha ora raggiunto quasi 4 milioni di persone.

A questo fenomeno si deve poi aggiungere la mobilità interna da sud verso nord e la ricerca soprattutto da parte di neo-laureati di sbocchi di carriera oltrefrontiera.

Una cronologia stringata che raccoglie le esperienze personali di almeno 25 milioni di italiani tra il 1875 e il 1975.

Si è ristabilito il concetto di migrazione non solamente per sfuggire alla miseria, ma soprattutto di mestiere e di integrazione all’economia stagionale. Sono state rilevate le fughe dovute alle vicende politiche risorgimentali,  ma anche lo sfruttamento dei bambini costretti a mendicare per le strade del mondo. Tutto questo in nome di una italianità che ci veniva riconosciuta senza avere ancora uno stato unitario.

 Il tema della Grande migrazione esercita sempre un grande fascino legato spesso alle cronache relative alle pessime condizioni economiche che l’hanno favorita, e soprattutto ai grandi numeri che l’hanno contrassegnata. Come sempre hanno stupito i dati relativi alla Lombardia, regione sempre ai primi posti  della classifica migratoria sia dal 1876 al 1900 che anche dal 1900 al 1915.

Sono stati evidenziati alcuni fattori che favorirono l’emigrazione sia locali, come la crisi dell’industria della seta, sia internazionali, come l’afflusso di cereali americani a prezzo stracciato che precipitarono la crisi agraria.

I lombardi si diressero soprattutto verso Svizzera, Francia e Germania ed oltreoceano Argentina, Brasile e Stati Uniti. L’emigrazione verso il Costarica fu casuale, di reclutamento diretto e circoscritta ad alcuni paesi della provincia di Mantova e funzionale alla costruzione della ferrovia Limon – San Josè da adibire al trasporto delle banane prodotte dalla United Fruit Company di Minor C. Keith.

La storia dell’associazionismo tra gli emigrati ha riscosso grande interesse proprio in relazione al corso medesimo. Gli italiani hanno istituito ogni genere di società sia si mutuo soccorso sia culturali per preservare la propria identità  e per potersi meglio integrare nel paese di adozione. Questa è la strada da percorrere per continuare a nutrire le proprie radici pur vivendo in una realtà totalmente diversa da quella italiana. A questo proposito ha suscitato grande interesse il capitolo sulla cittadinanza italiana. L’identità nazionale è ancora forte sia per motivi personali sia per motivi economici e le leggi italiane ne favoriscono l’ottenimento naturalmente con diverse eccezioni secondo le leggi dei vari stati. E’ importante che a questa acquisizione corrisponda una reale adesione alla cultura italiana soprattutto imparandone per tempo la lingua.

Il regime fascista bloccò di fatto l’emigrazione transoceanica, pur favorendo quella verso le colonie italiane. All’estero, e anche in Costarica, sorsero le organizzazioni dei fasci italiani che svolsero un’attività propagandistica, a volte efficace, che finì con l’avvento della seconda guerra mondiale. In seguito all’entrata in guerra del Costa Rica a fianco degli Stati Uniti, molti italiani furono internati per vari periodi come successe in India, Australia, Stati Uniti e Canada sotto la classificazione di “nemici stranieri”.

La fine della seconda guerra mondiale diede origine alla nuova emigrazione che privilegiò soprattutto l’Europa. In particolare il Belgio siglò un accordo con l’Italia che prevedeva l’invio di minatori in cambio di carbone, che i belgi si rifiutavano di estrarre a causa delle pessime condizioni delle miniere. Emigrazione che finì tragicamente con il disastro di Marcinelle dell’8 agosto 1956 quando morirono 236 minatori. Accordi vari furono stipulati con Argentina, Australia e Canada, nazioni bisognose di manodopera specializzata, che furono le ultime destinazioni di massa.

A partire dagli anni settanta il flusso si arrestò. Il boom economico cominciò ad attrarre i rientri e soprattutto l’immigrazione dal Nordafrica, Filippine, Perù, Ecuador, paesi dell’est europeo ed altri  asiatici. Oggi l’Italia è la porta d’ingresso di questa nuova immigrazione..

Per contro continua lo spostamento soprattutto di neo-laureati da sud verso nord e la mobilità delle eccellenze, tra cui molte lombarde, che cercano alternative in tutte le parti del mondo facilitate dai nuovi mezzi di comunicazione.

Le lezioni sono state integrate dalla proiezione di filmati come quello su Girolamo Benzoni prodotto dal settore Cultura e Informazione di Regione Lombardia nella serie Tracciati, che nel 1541 intraprese un viaggio per conoscere il Nuovo Mondo, soggiornò a lungo  in America Centrale e narrò poi le sue scoperte nella “Historia del Nuovo Mondo”.

La storia dell’emigrazione italiana, contestualizzata poi in quella lombarda, ha originato una notevole richiesta riguardante le fonti e il metodo di ricerca in Italia. Soprattutto chi ha voglia di documentarsi e approfondire le proprie indagini ha scoperto di avere a disposizione sia le fonti istituzionali sia l’associazione dei mantovani nel mondo che attraverso la propria documentazione e la propria rete è in grado di offrire una consulenza di categoria.

 

 

Ernesto R Milani

Ernesto.milani@gmail.com

14 febbraio 2011

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