Storia di un pittore mantovano, Alberto Rizzi e di una sua opera “salvata” in Brasile, donata all’Italia

Questa è la storia di un pittore mantovano, Alberto Rizzi e di una sua opera “salvata “in Brasile e poi donata all’Italia, raccolta in una intervista di Lombardi nel Mondo alla moglie Ida Moretti e dalla sorella Regina Rizzi.

Ida Moretti, moglie del compianto pittore mantovano Alberto Rizzi, prima dell’incontro con l’Associazione Mantovani nel Mondo, aveva lavorato per un anno al recupero dell’affresco da lui realizzato nel gennaio del 1980 presso la Paróquia Nossa Senhora Mãe da Igreja, Barueri, Sao Paolo, Brasile, realizzato nel corso di una visita a cui aveva partecipato, di una delegazione della congregazione cristiana cattolica “La Sacra Famiglia” di Bergamo.

Un’opera giovanile del pittore che, alla fine degli anni 70 e nei primi anni dell’80, frequentava lo studio del M° Annigoni a Firenze da cui imparò la tecnica della tempera grassa, poiché l’affresco, appreso da giovanissimo, era sempre stato una sua grande passione. Rizzi riportò nell’opera realizzato a Jardim Silveira il fascino degli affreschi del Maestro. In esso rappresentò la Madonna con personaggi che le si rivolgono con devozione e speranza per un manifesto bisogno di protezione in quanto Madre di ciascuno e Madre della Chiesa.

La terza persona in alto a sinistra della Madonna raffigura Santa Paola Elisabetta Cerioli, beatificata il 19 maggio 1950 da papa Pio XII e santificata da Papa Giovanni Paolo II il 16 maggio 2004. Verso la fine del mese di gennaio 2020, Ida venne a conoscenza della volontà di demolire, entro la prima decade di febbraio, la parete absidale con l’affresco realizzato dal marito Alberto Rizzi, per ampliare la Chiesa. Ella decise così di contattare gli amici di famiglia Edson Kamiski e Tiziana Maria Grazia Bricchi, che vivono a Curitiba, i quali su sua richiesta si misero in contatto con lo Studio di restauro ‘Julio Moares’ di San Paolo che insieme ai tecnici, si impegnarono a far comprendere all’incaricato della Chiesa l’importanza di preservare l’opera.

Il 29 gennaio 2020 quest’ultimo con molta gentilezza, manifestò la chiara mancanza di interesse per quanto proposto ma rendendosi disponibile affinché l’affresco venisse donato a coloro che lo avrebbero ritirato entro il 10 febbraio 2020. Non essendoci nessuna prospettiva di mantenere in loco l’affresco ed evitarne l’abbattimento, la moglie Ida Moretti decise di salvaguardare l’opera. Grazie alla collaborazione di Edson e Tiziana che avevano sempre creduto nel talento pittorico di Alberto Rizzi fu svolto un tempestivo intervento di salvataggio da parte dei restauratori, ponendo però il problema della successiva collocazione del dipinto.

Ed è qui che la vicenda è arrivata alla Associazione Mantovani nel Mondo grazie ad una richiesta di aiuto pervenuta dal pittore milanese Guido Boletti, residente a Belo Horizonte a sua volta contattato dal prof. Renzo Margonari, illustre pittore mantovano amico ed estimatore di Alberto Rizzi. Grazie ad un intervento del Presidente della Associazione Mantovani nel Mondo Daniele Marconcini presso l’Ambasciatore italiano in Brasile Francesco Azzarello e alla gentile disponibilità di quest’ultimo, la vicenda sta andando finalmente a buon fine con l’accettazione della donazione da parte del Ministero degli Affari Esteri di questa importante opera di Alberto Rizzi che diventerà parte del patrimonio nazionale.

Un patrimonio anche morale per l’impegno che pur in diversi ruoli, i vari attori sopracitati hanno svolto, grazie alla caparbietà e determinazione della signora Ida Moretti Rizzi e dal sostegno della famiglia di Alberto, il cui ricordo e valore sia come uomo e sia come artista ha certamente contribuito all’esito positivo di questo incredibile salvataggio di una opera d’arte italiana all’estero.

 

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