I LURAGO, STUCCATORI TRA 1600 E 1700 (terza puntata) — Lombardi nel Mondo

I LURAGO, STUCCATORI TRA 1600 E 1700 (terza puntata)

Ai lettori di www.lombardinelmondo.org proponiamo «I Lurago, stuccatori tra 1600 e 1700» apparso in «Arte e Artisti dei Laghi Lombardi (gli stuccatori dal Barocco al Rococò)», Como 1964 – Società Archeologica Comense. Un riconoscimento a quegli artigiani italiani (comaschi e ticinesi in particolare) che diffusero gusti e tendenze architettoniche che unirono i Paesi europei.
I LURAGO, STUCCATORI TRA 1600 E 1700 (terza puntata)

Il Duomo di Passau

di Franco Cavarocchi

 

VI – ANSELMO MARTINO LURAGO

 

E’ l’ultimo valente artista dei Lurago attivo a Praga, il più dotato e l’unico rappresentante ufficiale del rococò in Boemia.

L’altro, Martino Lurago, quasi del tutto da noi ignorato, non è ancora stato messo nel novero degli artisti italiani attivi in Baviera. Si dirà di lui più oltre.

Anselmo Martino (coevo, e quindi spesso confuso con Martino) a se­dici anni è già a Praga, dove il 13 novembre 1727 gli è conferito il diritto di cittadinanza.

E’ attivissimo, ed in breve volger di tempo la sua opera viene ri­chiesta da tutti i grandi committenti della nobiltà e dalle autorità imperiali. Nel 1739 può già acquistarsi il modesto palazzo «Zum schwarzen Ele­fanten»; esistente ancor oggi, nella Via degli Italiani a Praga (36).

Ne rinnova la facciata con motivi decorativi, che più tardi riprende­rà nella decorazione del prospetto del Palazzo Kinsky a Praga.

Amico dell’arch. Kilian Ignaz Dientzenhofer (37) Anselmo Martino ne eredita tutti i lavori lasciati incompiuti alla di lui morte.

Il suo prestigio cresce quindi maggiormente, tanto da essere chiamato spessissimo come perito, teste e padrino, anche da parte di tutta la colonia intelvese di Praga, che, il 13 gennaio 1755, elegge Anselmo Rettore del già ricordato Ospedale Italiano.

Come stuccatore è considerato il miglior interprete del rococò.

Inizia la sua attività ad Osow in Boemia, al servizio dei conti di Kau­nitz, riprendendo, nel 1737, i lavori ed i progetti di quella chiesa.

Dal 1744 al 1745, Anselmo Martino elabora i progetti per la costru­zione di un complesso di edifici civili per il conte Czernin a Jemcina presso Neuhaus (Boemia).

Nel 1746 è ancora al servizio dei conti di Kaunitz per attendere alla costruzione della chiesa di Neustadl, la prima pietra della quale fu posata il 1° agosto 1746.

Dal 1746 al 1751 conduce a termine la chiesa ed il convento degli Agostiniani Eremiti a Unter-Rotschow (Boemia). Nei registri capitolari del convento, Anselmo è menzionato come «Architetto del convento», an­che per i lavori relativi alla chiesa di S. Tommaso a Praga, già iniziata, nel 1725, da K. I. Dientzenhofer.

Dagli archivi Schaumburg – Lippe del castello di Nachod, risulta che nel 1743, furono eseguiti lavori di restauro e di decorazione agli interni del Palazzo Piccolomini sul Graben a Praga, decorazioni in prevalenza ro­cocò, da ascriversi unicamente ad Anselmo Martino. Vi ricorrono mo­tivi a ghirlanda e a conchiglie di perfetta esecuzione, specie nello scalone, simili a quelli, eseguiti nel 1756, nel Salone degli Spagnuoli nel castello di Nachod.

Nel 1748 Anselmo Martino riprende i lavori, abbandonati per la morte di K. I. Dientzenhofer, per la costruzione della chiesa prepositurale di S. Maria Assunta a Prestic (Boemia). Le decorazioni sono material­mente eseguite da Antonio Haffenecker (38).

L’attività di A. Martino continua nel 1752 a Welisch presso Jecin (Boemia), dove costruisce la chiesa di San Venceslao, la cui decorazione è da considerarsi del tutto rococò. I committenti sono i conti di Schlick.

Anselmo è richiesto, nel 1754, di progetti per la ricostruzione degli edifici Meierhof-Hollhaus, devastati da un incendio.

Ritornato a Praga, Anselmo il 6 aprile 1752 è nominato «Regio ar­chitetto di corte», carica sollecitata dopo la morte del Dientzenhofer e conferitagli per essere egli l’unico artista rimasto degno di tale onore. Nel 1754 dirige e decora la costruzione voluta da Maria-Teresa per istituire il «Collegio delle Dame Nobili».

I conti di Kaunitz lo chiamano ancora per la costruzione – nel 1760 – della Residenza estiva di Horin presso Melnik (Boemia). Gli stucchi vengono materialmente eseguiti dal collaboratore Giovanni Ber­nardo Spinetta di Mendrisio (39).

Durante il 1760, Anselmo Martino è attivo a Praga per attendere ai lavori di restauro al castello imperiale, su progetti dell’architetto gorizia­no Nicola Pacassi, progetti quasi radicalmente modificati da Anselmo, che ricostruisce – ab imis – la Cappella e lo scalone a destra del tor­rione dello Scamozzi.

Rinnova anche la grande cappella di S. Croce, nel secondo cortile del castello, curandone le relative decorazioni.

E’ anche sua opera la balconata di stile rococò che spicca nel mezzo della facciata dell’edificio sito nel terzo cortile del castello.

In qualità di «imperial regio architetto di corte», sono di sua com­petenza tutti i lavori edilizi e le innovazioni necessarie agli edifici della città di Praga. Cura quindi alcuni particolari di restauro nel duomo di S. Vito.

Questa lunga cronologia delle attività di Anselmo Martino, vuol di­mostrare che questo artista fu sempre attivo in Boemia, specie nel periodo 1750-1754, e che, per conseguenza, è da escludersi una sua attività a Pas­savia per la esecuzione degli stucchi nella cappella di quell’Orfanotrofio, opera di altro Martino, nel 1753, come si vedrà.

Sull’operato di Anselmo Martino, come stuccatore, A. Duras in­forma (40): «Anselmo Lurago knüpft im Profanbau bereits bewusst an Französi­sches an, und die Einführung des ausgesprochenen Rocaille-Ornamentes in die Bauplastik scheint mir in Prag auf ihn zurückzugehen. So hat noch in der abklingenden Kurve der böhmischen Architektur ein Mitglied der Familie Lurago sich um die reichere Ausgestaltung des Prager Architektur­bildes Verdienst gemacht».

Termina così l’attività di questo eccellente artista.

 

VIII – GIOVANNI MARTINO LURAGO

 

Questo stuccatore vero e proprio, attivo in Europa, come si è detto, è stato confuso per parecchio tempo con gli altri omonimi.

Solo in questi giorni ho avuto notizie fondate sulla sua attività e per­sonalità. Perciò gli stucchi della Cappella dell’Orfanotrofio di Passavia, eseguiti nel 1753, da «Martino “Loraghi”, Bürger von Waldkirchen » (41) sono senz’altro di sua mano.

Dagli atti notarili esistenti a Scaria (42) e da quelli della parrocchia di Pellio Sup. (43) emerge chiaramente che Martino (anche menzionato Gio­vanni Martino) è fratello del Decano di Waldkirchen; è suo procuratore «ad negotia», si trova a Scaria nel 1756 ed ha goduto della cittadinanza di Waldkirchen. Nulla di questo si può dire del sopra ricordato Anselmo Martino, sempre attivo in Boemia, investito di cariche imperiali e da lungo tempo cittadino di Praga.

Martino, è noto anche come Giovanni Martino qd. Giuseppe Tomma­so, è nato a Scaria il 19 febbraio 1719 ed ivi morto il 15 dicembre 1775. (Dal registro nascite e decessi parrocch. Scaria). Esegue stucchi di notevole influsso «carlonesco» ispirandosi alla tecnica di Diego, che certamente fu il suo maestro a Scaria e forse anche nelle varie peregrinazioni in Europa.

E’ certo che gli stucchi della cappella di Passavia sono di particolare eleganza e finezza; qualche dettaglio potrebbe trovar riscontro negli stucchi eseguiti da Diego nel Castello di Ludwigsburg, come farebbe supporre l’at­teggiamento dei putti, la finezza delle campanule e delle ghirlande. Si può dire che Martino, nell’esecuzione degli stucchi di Passavia, più che altro­ve, abbia raccolto il messaggio di Diego.

I suoi elementi decorativi sono tolti dalla colorita tavolozza dell’arte carlonesca. Giovanni Martino trasfonde quest’arte con maestria e stile nuo­vo, imprimendo agli stucchi della Cappella di Passavia un sigillo personale che merita ogni attenzione.

 

NOTE

 

1) Capostipite della famiglia degli artisti Lurago, tutti oriundi di Pellio Superiore Intelvi, deve considerarsi l’arch. Rocco Lurago (1525 ? – 1590) al servizio della Repubblica di Genova, costruttore del Palazzo Doria – Tursi, ivi attivo con i fratelli o cugini Giovanni, stuccatore, e Cesare. (Cfr. Lista degli artisti attivi a Genova del 18 maggio 1583, in L. A. Cervetto, I Gaggini).

2)  Dal Liber Baptizatorum (vedi il fac-simile a pag. 35) esistente nella Parrocchia di S. Gior­gio a Pellio Superiore in Valle Intelví, per la quale cfr. Visite Pastorali, 1593, del Vescovo Feliciano Ninguarda, Ostinelli, Como, 1895-98: «Vallis Intelvi incipit a lacu Comi, in loco Argenij, desinit ad lacum Lugani, in loco Hosteni, longitudinis miliarum octo, Diocesis Comensis dempto Hosteno, quod est Mediolanensis, feudi Comitis Herculi Marliani».

Anche L. A. MURATORI, Rer. Ita1. Scriptores, Voi. V, pag. 427: «Illius vallis incolae libera­libus artibus picturae, sculpturae, architecturae, ab eo usque tempore semper addicti fuerunt, ut et nunc sunt, virique in iis celeberrimi».

G. P. BOGNETTI, I Magistri Antelami e la Valle Intelvi, in «Riv. Archeol Comense», pag. 21 e segg., Como, 1938.

3) Baptiz. Liber Parochiae Pilli Superioris (1604-1787), pag. 9.

4) AMELIE DURAS, Die Archìtektenfamilie Lurago – Ein Beitrag zur Kunstgeschichte Böhmcns, Prag, 1933, Fochowa 3, pag. 64. Bartolomeo Spazzi sposò il 29 febbraio 1620 Caterina Lurago (Matr. Liber).

5) Ibidem, pag. 64.

6) Trattasi di altro architetto Rocco, non quello di Genova.

7) V. Baptiz. liber. etc., pag. 28.

8) Cfr. DURAS. pag. 51 e pag. 28 Bapt. liber: «Dominico» Lurago ebbe come padrino Carlo Lurago e madrina Domenica Medaglia, moglie di Antonio Medaglia. (Figlio di Antonio Medaglia di Pellio Sup., recte Antonio del Faré o del Ferraio detto il Medaglia, arch. del Principe Vescovo Bernardo Clesio, costruttore di S. Maria Maggiore a Trento).

9) Ibid., pag. 47. Era fratello di Giuseppe Tommaso, padre di Giovanni Antonio Lurago, Decano di Waldkirchen, e di Alessandro, ritenuto scultore nel Duomo di Seravezza. Istituì crede universale dei suoi beni l’Ospedale Italiano S. Carlo Borromeo di Praga.

 

10) Informazione fornita da G. B. Lanfranconi di Scaria e dall’Heimatpfleger des Landkreises Passau G. Schäffer.

11) Doc. N. 1 dell’arch. priv. Emma Cavarocchi Luraghi, redatto a Praga il 14 aprile 1673 (acquisto di Carlo Lurago dal Dr. Cristoforo Solari). Rog. Giov. Cost. Felice de Campobelli, Not. Apost. di Praga. Cfr. anche DURAS, op. cit., pag. 32-33 e segg.

12) A. DURAS, Op. cit., pag.33

13) BINDO CHIURLO, in: L’arte italiana nel mondo. Antiche sedi d’Italia a Praga, «Vie d’Italia», T.C.I., 1926.

14) A. DURAS, op. cit., pag. 19 e segg.

15) La figlia del pittore Carlo Carloni, Antonia, sposò Giov. Martino l.urago. Giur. A Como. (Cfr. De Statu Animarum Par. Pelli Sup.).

16) V. E. KAPPEL, Der Dom zu Passau, Regensburg, 1912.

X. F. EGGERSDORFER. Der Dom zu Passau, Verlag Schnell & Steiner, München-Zürich, 1958

17) JOSEF OSWALD, Passau in Geschichie und Kunst, pag. 42, «Origini della città di Passavia», (Castrum Bojodurum – Castra Batava – Batavis – Patauuia – Pazzawa – Passaw – Passau). (Verlag Passavia – Passau).

18) Cfr. Ibid., pag. 43.

19) Cfr. Ibid., pag. 42. Anche Liber Baptizatorum Parochiae Scarie, S. Mariae. Figlia di Paolo Allio: Maria Maddalena Allio che sposò Giuseppe Tommaso Larago. Da essi nacque il 1° set­tembre 1711 Giovanni Antonio Luraghi. Decano di Waldkirchrn e fratello di Giovanni Martino Luraghi, stuccatore della Waisenkapelle di Passavia.

20) Cfr. HANS KARL MORITZ, Passau. Die alte Bischofsstadt an den drei Flüssen. Verlag Schnell e Steiner. München, 1960.

21) Op. citata, pag. 19.

22) Per cortese comunicazione dell’Heimatpfleger e Stadtratapothekcr Gottfried Shäffer.

23) Notizia gentilmente comunicata dal Prof. Dr. O. J. Blazicek dello «Statni ustav Pamat­kove pece a ochrany Prirody» di Praga (5 luglio 1961). La decorazione è stata completata da altri intelvesi e da Giov. Giorgio Bendl (1620-1680 ca.).

24) Cfr. A. DURAS, Op. cit., pag. 12: «… Carlo, der Bedeutendste seiner Familie und der gesuchteste Architekt seiner Zeit in Prag».

25) Comunicazione del Dr. Prof. O. J. Blazicek di Praga e foto dello Statni Pamatkove, Pri­rody di Praga, che si ringrazia.

26) Cfr. A. DURAS, Op. Cit., pag. 52.

27) Dagli archivi dell’Ordinariato Vescovile nel Palazzo della Residenza a Passavia: firma au­tografa dell’arch. Carlo Lurago e sigillo con armi.

28) Per gli incendi del 27 aprile 1662 e luglio I680 che devastarono la città di Passavia, i documenti relativi alla costruzione del Duomo andarono distrutti, salvo pochissimi.

29) H. K. MORITZ, op. cit., pag. 19. Palazzo della Residenza dei Principi Vescovi di Passavia, ricostruito nel 1726 da Domenico De Angeli di Scaria (1672-1738).

30) Comunicazione cortesemente trasmessa da Mons. Dr. Josef Weichselbaum, Prevosto di Maria-Taferl, il 9 giugno 1960: «Erstlich verspricht Herr Pawmaister, bemeltes Kürchengebaw zue führen lauth von ihme ausgehendigtem Abriss, auch für alle und ieden wider Verhoffen herausz entspringende Mängl und Schaden (Doch auszer Gottes Gewalt und unverhofften Unglück), welches Gott gnediglich verhietten wolle) zue stehen. Anderten soll bemelter Herr Pawmaister, so offt er nachr Passaw khombt, auch bei hiesigem Khürchenpaw zuesehen und dasz khünftge Khürchen­paw anordnent.

«Ittem drittens sollte er iedesmahls hierzue einen verstendigen nottvendigen Pallier stellen, welcher alleinig von ihme dependieren und stettig bey den Arbeiten verbleiben, auch rnitarbeiten solle. Hingegen und zum viertten würd Herr Pawmaister versprochen, iährlichen alsz ein gewise Bstallung zuerraichen zweìhundert Gulden und auch die Gelegenhait zue der Ruckhraisz nachher Paszaw ohne Entgelt des Herrn Pawmaisters zuemachen».

31) Canevale: famiglia numerosa di architetti ed artisti di Lanzo Intelvi. V. Cristoforo Ca­nevale arch. imp. a Linz e Monaco.

32) A. DURAS, op. cit., pag. 15 e segg.

33)  Cfr. SCHMIDT, Schloss Ludwigsburg (Arch. G. D. Frisoni e il castello di Ludwigsburg), Hirmer, 1954.

34) IB.. Opere del marmorario G. A. Corbellini.

35) Gli Scotti sono oriundi di Laino.

36) A. DURAS, op. cit., pag. 72.

37) ID. ID., Testim. Dientzenhofer alle nozze di Francesco Anselmo Lurago e Franziska Dröschlerin, 1737

38) ID. ID., pag. 78.

39) Comunicaz. 28 luglio 1961 della Ccskoslovenska Akademie ved ustav po Theorii a Dejiny umeni-Praha I. Staré Mesto.

40) DURAS, op. cit., pag. 67.

41) Comunic. di G. B. Lanfranconi – Scaria.

42) Rogito not. Canevali 24 marzo 1756.

43) Rogito Dr. Anselmo Luraghi 2 novembre 1727: G. Tomaso Luraghi nomina eredi Martino e Giov. Antonio Lurago, fratelli.

 

Fine

 

A cura di L. Rossi (Bochum)

www.luigi-rossi.com

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