Amin, in Italia per studiare bloccato dalla burocrazia. — Lombardi nel Mondo

Amin, in Italia per studiare bloccato dalla burocrazia.

Amin ha 18 anni ed è venuto in Italia per studiare; ma la burocrazia sta rallentando i suoi progetti. A 18 anni non si può stare fermi un anno senza studiare né lavorare.

Amin ha 18 anni ed è venuto in Italia per studiare; ma la burocrazia sta rallentando i suoi progetti. A novembre del 2008 ha lasciato il Ghana e, insieme alla sorella, grazie al ricongiungimento familiare, ha raggiunto il padre a Bergamo.

Racconta: “Ad Accra, all’età di 15 anni, ho finito la scuola secondaria (l’equivalente delle nostre scuole superiori) da privatista e due anni dopo ho ottenuto il diploma in Software development. La mia famiglia ha potuto sostenere i costi – circa 1.300 euro all’anno – grazie ai soldi che il papà mandava dall’Italia”.

Amin cerca di esprimersi in italiano e quando non trova le parole giuste si spiega in un perfetto inglese. Arrivato in Italia, ha iniziato a frequentare corsi di italiano e si è informato sulle modalità di iscrizione all’università: per ottenere l’equipollenza nel sistema italiano dei titoli di studio è necessario avere la loro traduzione, dichiarazione di valore e legalizzazione. Ma per farlo dovrebbe tornare all’ambasciata italiana in Ghana. “Per mia fortuna “a casa” ci sono ancora mio fratello e mia mamma che mi possono aiutare; tuttavia, per ora, aspetto ancora una risposta”.

 

Amin non è un ragazzo che sta con le mani in mano: “In attesa dei documenti avevo pensato di lavorare”. Ma anche qui la strada è in salita. Al Centro per l’impiego di Bergamo gli avevano detto che non avrebbe potuto iscriversi con la semplice ricevuta di richiesta del permesso di soggiorno. “Io a novembre avevo fatto la domanda e a marzo mi hanno telefonato per le impronte digitali. Ma se, come mi dicono, da quel momento ci vogliono ancora otto mesi, il permesso mi arriverà solo a novembre, ormai scaduto”.

Fortunatamente Amin conosce Enrica, sua vicina di casa, che si è presa a cuore la sua situazione. Dopo numerose telefonate Enrica, sfruttando il buco normativo delle leggi che non dicono nulla riguardo alla possibilità di iscriversi al Centro per l’impiego con la prima ricevuta della domanda di permesso di soggiorno, riesce a fare iscrivere Amin. Il ragazzo però ammette tristemente: “Senza di lei non sarei mai tornato al Centro, né qualcuno mi avrebbe richiamato”.

Tramite un’agenzia, Amin aveva trovato un lavoro come operaio; ma anche qui si era ripresentata la situazione iniziale del Centro per l’impiego. Di fatto la legge, con il suo vuoto, lascia un margine di discrezionalità alle persone, per cui nemmeno il sindacato può fare valere alcun diritto. “Mi sono anche sentito dire: se hai il ricongiungimento familiare è perché tuo papà può mantenerti. Enrica mi ha detto che con la richiesta per il rinnovo del permesso di soggiorno io ho diritto a essere iscritto nelle liste. Penso che seguirò questa strada”.

Amin sorride, ma è un po’ sconsolato: “Qui la qualità della mia vita è peggiorata e il futuro è in salita: a 18 anni non si può stare fermi un anno senza studiare né lavorare”.

di Andrea Luzzana

 

Fonte: www.repubblica.it

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