I Philadelphia Eagles vincono il Super Bowl. Analisi di una vittoria storica — Lombardi nel Mondo

I Philadelphia Eagles vincono il Super Bowl. Analisi di una vittoria storica

Per chi, come il sottoscritto, ha avuto il privilegio di vivere ed abitare a Philadelphia, la vittoria degli Eagles nel LVII Super Bowl è un evento tanto storico quanto carico di significato sportivo e sociale Dopo anni di sconfitte e sofferenze (sportive), la compagine di Philadelphia è riuscita, infatti, ad arrivare laddove, ad inizio stagione, pareva impresa impossibile: la vittoria di una finale dopo 2 tentativi andati a vuoto. Tutto merito di una squadra costruita con una strategia di draft lungimirante, oltre che di un organico composto da professionisti umili, che, non a caso, sono stati definiti, nel corso di tutta la stagione, the underdogs (gli outsider).

Venendo al merito dell’impresa sportiva degli Eagles, la vittoria di Philadelphia -città che conta la quarta comuniitaliana più vasta degli Stati Uniti– è di fondamentale importanza per quattro motivi.

“Non avevamo mai vinto un tubo”

In primis, come già accennato, la vittoria del Super Bowl avviene dopo anni di sconfitte e finali perse: una situazione che non ha scoraggiato né i tifosi, né la società, che, invece, ha continuato la sua politica di investimenti programmati atti a costruire una squadra “con gli attributi” capace di giocare una stagione sempre al top (fatto salvo il finale della Regular Season, con qualche sconfitta di troppo che ha messo in dubbio le capacità della compagine di Philadelphia di arrivare in fondo al torneo).

A prova del carattere degli Eagles vi è, senza ombra di dubbio, la finale di Conference contro i Minnesota Viking: subìto un Touchdown nei primissimi minuti di gioco, Philadelphia non si è demoralizzata e, complice anche il sostegno rumoroso del pubblico di casa, è stata capace di rifilare 37 punti filati, senza lasciare agli avversari possibilità di ribattere.

Philadelphia sta alla Fortitudo come New England sta alla virtus

In secondo luogo, lecito sottolineare come la vittoria di Philadelphia sia arrivata su avversari storici come i New England Patriots. Se, infatti, gli Eagles sono paragonabili, nella pallacanestro italiana degli anni 90, alla Fortitudo Bologna -una squadra con una serie di finali perse e pochi titoli in bacheca che, tuttavia, non hanno scalfito l’attaccamento alla maglia, molto rumoroso, dei suoi tifosii Patriots sono paragonabili alla virtus: tante vittorie, squadra di campioni, e atteggiamento un po’ spocchioso. Per chi fosse appassionato di pallacanestro, ed avesse avuto modo di vedere il Super Bowl, non sarebbe stato difficile identificare gli Eagles di Foles, Clement, Jeffrey e Kelce con la Fortitudo di Myers, Fučka e Galanda, mentre i Patriots di Brady, Gronkowski e Amendola sarebbero stati facilmente paragonabili alla virtus di Danilović, Rigaudeau e Ginobili.

Gioco “interno” vs gioco “esterno”

Quanto scritto sopra rispecchia le forze messe in campo dalle due squadre. Se, da un lato, i Patriots potevano contare sull’asse schiacciasassi Brady-Gronkowski, gli Eagles hanno incentrato il loro gioco prevalentemente sulla coppia, più “proletaria”, Foles-Clement. Se, per la maggiore, Brady e Gronkowski hanno giocato un football più “esterno” (ossia con movimenti di Gronkowski verso l’esterno del campo serviti dall’ottimo Brady), gli Eagles hanno, prevalentemente, preferito un gioco “interno” e più fisico (palla di Foles a Clement che cerca spazi sfruttando le fratture interne alla difesa avversaria).

Foles vs. Brady

 

La vittoria degli Eagles nel LVII Super Bowl è anche legata al duello tra i due lanciatori. Da un lato, Brady, lanciatore stagionato con ben 5 Super Bowl vinti nel suo palmares personale, “colpevole” di avere perso un pallone decisivo nel quarto quarto. Dall’altro, Foles, capace non solo di servire passaggi precisi e leggere il gioco in maniera strategica, ma anche e sopratutto di finire a referto come il primo lanciatore a realizzare un Touchdown in un Super Bowl.

“Philly Special”

In merito al Touchdown di Foles si scriveranno fiumi di parole nei manuali della storia del Football Americano. L’impresa, tuttavia, è anche da attribuire a Doug Pederson, l’Head Coach degli Eagles che, alla fine del secondo quarto, ha dato l’ok per chiamare uno schema capace di mandare Foles in isolamento in zona Touchdown, e di fargli arrivare una palla tanto precisa quanto storica.

Questo schema, che non abbiamo mai provato se non in allenamento, lo abbiamo chiamato Philly Special, ha spiegato in conferenza stampa alla fine della partita. Per la prima volta nella storia del Super Bowl, un Quarterback realizza un Touchdown.

Infine, la vittoria di Philadelphia nel LVII Super Bowl è importante anche per via della lezione di vita che, come spiegato dallo stesso Foles, lo sport ci regala. Dopo avere fatto tanto errori, sono riuscito ad ottenere la vittoria nel Super Bowl,ha dichiarato Foles a margine della finale.

Mai mollare, dunque, e lavorare duro, con umiltà e dedizione, per ottenere gli scopi prefissati.

Matteo Cazzulani

Lombardi nel Mondo

Coordinatore Editoriale

@MatteoCazzulani

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