Quattro chiacchiere con Antonello Confente sulle possibilità di impiego in Brasile — Lombardi nel Mondo

Quattro chiacchiere con Antonello Confente sulle possibilità di impiego in Brasile

Ad Antonello Confente, economista e Vicepresidente della Associazione Mantovani nel Mondo (AMM), giro una domanda che molti amici e lettori mi hanno fatto in questi ultimi mesi di crisi economica: ci sono opportunità di lavoro interessanti oggi in Brasile per gli italiani? Di Marco Stella
Quattro chiacchiere con Antonello Confente sulle possibilità di impiego in Brasile

Antonello Confente

La crisi economica che ha colpito il nostro Paese ed il contemporaneo boom dei paesi emergenti hanno fatto nascere in molti italiani, preoccupati dal futuro economico dell’Italia, il pensiero di emigrare proprio verso il paese emergente culturalmente più vicino a noi: il Brasile, che a detta della propria classe dirigente è carente in mano d’opera specializzata in vari settori tra i quali il petrolchimico e l’industria navale. Ad Antonello Confente, economista e vicepresidente della Associazione Mantovani nel mondo, giro una domanda che molti amici e lettori mi hanno fatto in questi ultimi mesi di crisi economica: ci sono opportunità di lavoro interessanti oggi in Brasile per gli italiani?

D- Sì ci sono possibilità ma con molte difficoltà.

R- Il principio “non scritto ma applicato” del Governo Brasiliano è, a mio personale parere, di invitare chi ha soldi da investire ed ostacolare chi cerca lavoro.

Mi spiego meglio.

Giustamente – e forse dovremmo farlo pure noi –  il Governo Brasiliano vuole creare posti di lavoro a qualunque costo, per questo invita investitori, senza chiedersi da dove vengono, disposti a creare imprese, (ricordo che chi compra casa o investe in borsa non ha il diritto al permesso di soggiorno) inoltre il governo pone dazi doganali del 150%, riempie le casse e protegge il mercato interno poco competitivo e induce a bypassare le imposte producendo localmente.

Con un investimento in attività produttiva di 150.000 R$ si ottiene il permesso di soggiorno, chi invece cerca lavoro, diventa concorrente del brasiliano in cerca di occupazione quindi si impongono una serie di imposizioni per “disincentivare” la contrattazione dello straniero.

L’unico settore dove stanno assumendo molto è  quello petrolifero, esperti di piattaforme ed altre funzioni affini, dove non si possono permettere di assumere dilettanti o salta la baracca.

Mancano molti ingegneri, nelle costruzioni edili e cantieri navali, per questo lo stipendio è salito a livelli altissimi, un direttore di cantiere guadagna 15.000 euro, (minimo è 2.000  euro circa per legge) ma non assumono Italiani che solitamente non sanno la lingua, non hanno il permesso di soggiorno, non conoscono le leggi e problematiche locali anche se hanno una  base teorica molto superiore hanno poca pratica.

Il neolauretao italiano sa molta teoria ma è molto carente di partica, qua è il contrario, il minimo di teoria e molti tirocini, molta pratica. Si studia nei corsi serali e si lavora di giorno praticando molto.

Per ultimo qua in Brasile, essendo un paese latino, si impone il “mi manda Picone”, ossia le raccomandazioni sono ancora molto importanti, senza poi contare i due milioni di brasiliani che negli ultimi anni sono rientrati da USA, Giappone e Europa per crisi locali.

D- Quindi come trovare lavoro?

R- In un mercato stra-competitivo con locali protetti e stranieri da tutto il mondo, bisogna avere idee nuove coraggio e farsi molti amici, network, ovvero essere piccoli imprenditori con iniziative. Cercare il posto di lavoro classico, distribuendo Curricula, non serve a molto senza contare che senza RNE (permesso di soggiorno) quasi nessuno assume.

Ringrazio Antonello Confente – anche a nome di amici e lettori che mi avevano inoltrato la domanda-  sempre disponibilissimo a consigliare gli italiani che vivono in Brasile su come muoversi nel non facile mondo degli affari.

Marco Stella, Rio de Janeiro

Portale dei Lombardi nel Mondo

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