Tontitown — Lombardi nel Mondo
Tontitown
So big, this little place, the founding of Tontitown, Arkansas, 1898-1917 ovvero Questo posticino, così grande, la nascita di Tontitown, Arkansas, 1898-1917 di Susan Young, pubblicato nel 2009 dal Museo Storico di Tontitown narra le vicende legate alla formazione e ai primi anni di questa colonia di italiani.
La storia incomincia sul finire del 19° secolo nel mezzo della Grande migrazione. Mentre le centinaia di migliaia di migranti italiani si ammassavano sulla costa orientale degli Stati Uniti, pochi si dirigevano a sud. Il crescente bisogno di manodopera nelle piantagioni di cotone indusse gli stati dell’Arkansas e del Mississippi a tentare di reclutarla in Europa. In queste circostanze si inserì tra i primi un uomo d’affari di New York, Austin Corbin che aveva rilevato la piantagione di Sunny Side, situata nella parte concava del lago Chicot nell’estremità sudest dell’Arkansas, proprio di fronte al centro cotoniero di Greenville, Mississippi divisa dal fiume omonimo. Corbin si mise in affari con l’allora sindaco di Roma, don Emanuele Ruspoli. Nel 1895 e 1896 oltre mille migranti arrivarono a Sunny Side. Erano soprattutto marchigiani, veneti e modenesi.Corbin aveva progettato la formazione di un villaggio italiano basato sulla cultura del cotone. I suoi sogni naufrarono ben presto a causa del clima insalubre, delle cattive condizioni del contratto in atto e da una serie di malattie e morti che minarono la resistenza fisica e morale dei coloni.
La colonia non aveva leader. Corbin mandò un prete, don Pietro Bandini che allora operava a New York a guidare un gregge allo sbando. Padre Bandini prese in mano la situazione e fece apportare diverse migliorie, ma lo stato generale peggiorò a causa della morte improvvisa di Corbin nel giugno del 1896. Alcuni coloni cominciarono a perdersi d’animo. Padre Bandini cominciò allora a interessarsi alla possibilità di acquistare dei terreni altrove ove edificare un’altra colonia. A fine 1897 Sunny Side era ormai allo sbando e disgregata. Alcuni coloni tornarono in Italia, altri andarono a Irondale, Alabama, altri ancora si spinsero fin nel Missouri dove fondarono Rosati, mentre altri, soprattutto marchigiani, restarono a Sunny Side.
Padre Bandini si mise alla testa del gruppo composto soprattutto da veneti di Recoaro e dintorni e ai primi del 1898 li condusse a nordovest dell’Arkansas vicino a Springdale dove poco a poco sarebbe sorta Tontitown, così chiamata per ricordare la figura dell’esploratore italiano Enrico Tonti, famoso anche per la sua discesa lungo il Mississippi del 1682.
Gli inizi furono difficili perché il gruppo dovette costruire in sostanza tutto dal nulla. Non si persero d’animo. Si concentrarono sull’agricoltura: viti, alberi da frutta, granturco e bestiame. Per avere denaro liquido spesso lavorarono stagionalmente in miniera, in Oklahoma.
Già nel 1905, durante la visita dell’ambasciatore italiano Mayor Des Planches, Tontitown ne aveva suscitato l’ammirazione. I circa 250 abitanti possedevano la propria terra ed erano già stati in grado di costruire una bella chiesa dedicata a san Giuseppe. “L’anima della colonia, lo spirito creatore e vivificatore e Padre Pietro Bandini, forlivese di nascita, toscano di padre, svizzero di madre. Egli è parroco, notaio pubblico, ispettore delle scuole del distretto, nominato dal giudice dapprima, confermato poi dal voto popolare, assistente postale e garante del postmaster. Dirige le culture agricole, dà lezione di italiano ai grandicelli. Sovrintende alla scuola elementare, affidata brava maestra americana che sa anche la lingua nostra. Insegna il violino, ammaestra il capo della banda musicale. Si è fatto notaio per esaminare i titoli di proprietà e rivedere i contratti”.
Ai coloni reduci dall’esperienza di Sunny Side si aggiunsero poco a poco altri italiani attratti dall’idea di un insediamento operato da persone dello stesso paese. Tra costoro Luigi Ardemagni di Casalbuttano, classe 1831, emigrato nel 1897 a Fort Smith, Arkansas e quindi stabilitosi a Tontitown con i figli Pietro e Felice. Luigi era ebanista e falegname, mestieri che aveva trasmesso al figlio Felice, già soldato di cavalleria per cinque anni. L’altro figlio Pietro oltre che agricoltore e falegname faceva pure il cuoco. Non c’erano altri lombardi a Tontitown.
Tontitown prosperò sotto l’attenta guida di padre Bandini e a poco a poco sorsero tutti i servizi necessari al funzionamento autonomo della colonia: agli agricoltori si aggiunsero il macellaio, il carpentiere, lo stagnino, le insegnanti, il postini, il muratore, il venditore di case,il capostazione della ferrovia.
Padre Bandini vagheggiò l’idea di una più vasta colonizzazione in accordo con le compagnie ferroviarie, soprattutto la Kansas City and Memphis Railroad, ma non se ne fece nulla. Anzi, molte delle sue attività extra religiose gli crearono diversi problemi che gli fecero ritardare un agognato ritorno in Italia nel 1911. Adesso poteva pure allontanarsi da Tontitown ormai organizzata come villaggio. Ne era stato eletto primo sindaco nel 1910, ma poi lasciò. Nel 1913 quando era sindaco Felix Ardemagni fu approvata la seguente delibera che la dice lunga sullo spirito della colonia : “Ordinanza n. 11 relativa alla manutenzione delle strade, vicoli e suolo pubblico entro i limiti del villaggio. A tutti gli uomini abili compresi fra i diciotto e quarantacinque anni si richiede di lavorare alla manutenzione stradale fino a un massimo di dieci giorni l’anno. E’ammessa la sostituzione con altro lavoratore oppure con il pagamento di un dollaro oppure con il prestito di un carro, di animali da tiro o di attrezzi da lavoro”.
Per celebrare la nuova colonia e soprattutto il raccolto dell’uva, agli abitanti di Tontitown istituirono il Grape Day Festival che si sviluppò fino a diventare il famoso Grape Festival che lo scorso 4-9 agosto 2009 ha visto la 111° edizione con imponente partecipazione di pubblico da tutta la regione.
Padre Bandini non partecipò all’edizione del 1916. Problemi di salute lo tennero lontano. Il 9 dicembre 1916 subì una paralisi. Non si riprese più. Morì a Little Rock il 2 gennaio 1917. Fu sepolto a Tontitown con tutti gli onori e alla presenza di color che lo avevano aiutato a costruire un villaggio dal niente.
A chi anni prima gli aveva chiesto che cosa ci facesse una persona istruita come lui in un posto così desolato aveva risposto che adesso la posta arrivava mattina e sera e che era in grado di mantenere una corrispondenza veloce con tutto il mondo :”Forse un giorno non avranno più bisogno di me. Qualcun altro occuperà il mio posto e posso tornare alle mie altre attività. Ma questo posticino, è così grande”.
E così continuo a sfogliare il libro che Denise Pellin mi ha gentilmente mandato da Tontitown. E’ anche un libro di fotografie che narrano la storia di Tontitown, mai vista prima d’ora attraverso ciò che hanno lasciato le sorelle Bastianelli, custodi prima del benessere di padre Bandini e traverso la conservazione di questi preziosi documenti della sua opera e di un pezzo di storia d’Italia.
Come sempre, qualcuno adesso vorrà sapere che ne è stato di Sunny Side.
E’ vero, è un’altra storia.
Ernesto R Milani
Ernesto.milani@gmail.com
14 agosto 2009
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