Turchia: con la cultura e l’energia tra Asia ed Europa — Lombardi nel Mondo

Turchia: con la cultura e l’energia tra Asia ed Europa

Ankara si impone come Paese Leader tra gli Stati turcofoni del Centro-Asia, e rafforza la sua importanza nei confronti di Bruxelles per il ruolo chiave ricoperto nella realizzazione dei progetti di indipendenza energetica dell’Unione Europea. La contrarietà della Russia alla crescente importanza della potenza turca sullo scacchiere internazionale.
Turchia: con la cultura e l’energia tra Asia ed Europa

Turchia

Snobbata (ma non troppo) dall’Europa, la Sublime Porta guarda sempre più ad Oriente pur mantenendo un piede ben saldo in Occidente. Nella giornata di giovedì, 22 Agosto, a Bishkek ha avuto luogo il summit dei paesi turcofoni: una convention internazionale organizzata per promuovere la cooperazione tra alcuni Paesi dell’Asia nord-occidentale e dell’ex-Unione Sovietica uniti da una simile appartenenza culturale e linguistica.

 

Oltre al Kyrgyzstan, padrone di casa, ruolo di particolare importanza e stato ricoperto dalla Turchia. Ankara ha promosso, e portato a termine, la firma di una serie di importanti protocolli per la cooperazione nella lotta al narcotraffico e, soprattutto, per l’avvio della costruzione del Corridoio Turchia-Cina.

 

Quest’infrastruttura, che secondo i progetti si svilupperà in parte su strada ferrata e in parte su gomma, e deputata al trasporto di merci dalla Penisola Anatolica al Sud-Est asiatico e viceversa. Grazie al Corridoio, Pechino otterrà uno sbocco preferenziale per collocare i propri prodotti sul mercato turco e del centro-Asia. Ankara, invece, avrà la possibilità di incrementare l’esportazione di gas e greggio indispensabile per soddisfare il fabbisogno della crescente economia cinese.

 

Interessato alla questione del Corridoio Turchia-Cina e anche il Turkmenistan, che alla convention di Bishkek e stato rappresentato dall’ex-Presidente dell’Accademia delle Scienze, Gurmanmyrat Mezilov. L’economia turkmena e infatti fortemente dipendente dalle esportazioni di oro blu e oro nero, che il Paese centro-asiatico possiede a grandi quantità.

 

Per questo, il Governo turkmeno ha implementato le relazioni commerciali e diplomatiche con la Cina, ed ha considerato Pechino uno dei principali mercati di sbocco delle forniture energetiche di Ashgabat.

 

Proprio il fattore energetico e l’argomento principale che, negli ultimi tempi, sta interessando la Turchia in maniera sempre più insistente. Ankara e infatti un Paese di fondamentale importanza per la realizzazione dei progetti di diversificazione delle importazioni di gas naturale di provenienza azera direttamente in Europa.

 

Questo piano e stato varato dalla Commissione Europea per diminuire la dipendenza di Bruxelles dal gas proveniente dalla Russia, e la Turchia ha subito ricoperto in esso un ruolo da protagonista grazie alla costruzione del Gasdotto Transanatolico – TANAP: conduttura deputata al trasporto dell’oro blu dall’Azerbajdzhan alle coste turche occidentali sul Mar Mediterraneo.

 

Secondo un recente studio, pubblicato sull’autorevole Hurryet, il Gasdotto Transanatolico avrebbe innalzato l’interesse dell’Unione Europea nei confronti della Turchia dopo il ripetuto diniego da parte di Bruxelles ad ogni prospettiva di integrazione di Ankara nell’UE. A conferma di tale tendenza, per lo meno sul piano economico, e l’interesse manifestato dal colosso britannico British Petroleum all’acquisto di una parte dell’80% delle azioni della TANAP possedute dalla compagnia azera SOCAR.

 

Il ruolo crescente della Turchia come attore energetico e politico nel Centro-Asia ha infastidito la Russia e i suoi disegni geopolitici improntati al ristabilimento della prorpia egemonia economica e politica nello spazio ex-sovietico ed in Europa Orientale.

 

Durante il summit dei Paesi turcofoni, di particolare rilievo sono stati infatti gli accordi energetico-commerciali stretti tra il Kyrgyzstan e il Kazakhstan. Alma Ata e uno dei membri fondatori dell’Unione Eurasiatica: progetto di integrazione sovranazionale, voluto dalla Russia per stabilire la propria egemonia economica e politica sullo spazio ex-sovietico, a cui Bishek ha dichiarato la volontà di aderire.

 

Di per se, gli accordi kyrgyzo-Kazaki restano documenti stretti sul piano delle relazioni bilaterali, ma nulla esclude che essi possano essere l’antipasto una serie di ulteriori protocolli finalizzati all’ingresso definitivo del Kyrgyzstan nell’Unione Eurasiatica.

 

La Russia e stata particolarmente attiva per contrastare la partecipazione di Ankara ai progetti di indipendenza energetica dell’UE. Oltre al permesso di transito attraverso le acque territoriali turche per il Southstream – gasdotto concepito da Mosca per impedire a Bruxelles la costruzione di proprie infrastrutture deputate al trasporto del gas azero – ottenuto dalla Turchia in cambio di uno sconto sulle proprie forniture, la Russia ha concesso i diritti di compravendita dell’oro blu con Mosca per il mercato interno turco solo a compagnie legate al monopolista russo, Gazprom.

 

Come riportato dal Kommersant”, ad avere ottenuto l’esclusiva per l’acquisto del gas russo in Turchia sono state le compagnie Akfel Gaz, Kibar Enerji, Eksim Holding e la Bosphorus Gas, ma non l’ente nazionale turco, Botas. Questa situazione lascia le Autorità di Ankara prive del controllo totale sul proprio mercato energetico interno, e provoca conseguenze di notevole portata anche sul piano politico.

 

Perché all’UE conviene integrare la Turchia subito

 

La Turchia e un grande Paese, con una cultura ricca e una situazione storico-religiosa particolarmente complessa, tale da rendere difficile la sua integrazione nell’Unione Europea – sopratutto grazie alle resistenze della Francia.

 

Tuttavia, per l’interesse strategico europeo sarebbe opportuno il ristabilimento immediato di strette relazioni con le Autorità turche finalizzate alla concessione ad Ankara di un Accordo di Associazione simile a quello che Bruxelles e intenzionata a riconoscere a Ucraina, Moldova e Georgia.

 

Grazie alla Turchia, l’Europa potrebbe vedere garantita la sua sicurezza energetica mediante la diversificazione delle forniture di gas. Inoltre, sfruttando il ruolo di importanza geopolitico giuocato da Ankara nella comunità dei Paesi turcofoni, un’Europa allargata alla Turchia potrebbe consolidare la presenza di Bruxelles in un mercato in cui oggi essa e quasi praticamente assente, e, in seconda battuta, stringere legami commerciali diretti con la crescente economia cinese.

 

Matteo Cazzulani – http://matteocazzulani.wordpress.com/

 

 

Document Actions

Share |


Condividi

Lascia un commento