Julija Tymoshenko: l’Italia si allea con la Polonia — Lombardi nel Mondo

Julija Tymoshenko: l’Italia si allea con la Polonia

Il Ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, ha discusso con il suo omologo polacco, Radoslaw Sikorski, in merito allo stato della democrazia e al rispetto dei diritti umani in Ucraina, e ha comunicato a Varsavia l’adozione di forme di protesta ufficiali. Roma in prima fila per il sostegno della liberazione dell’eroina della Rivoluzione Arancione
Julija Tymoshenko: l'Italia si allea con la Polonia

Il Ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi

Una conversazione telefonica ha costituito un fronte unico dal Baltico al Mediterraneo per la difesa dei diritti umani e della democrazia. Nella serata di sabato, 12 Maggio, il Ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, ha conferito con il suo collega polacco, Radoslaw Sikorski, in merito alla situazione politica in Ucraina.

 

Come riportato dal servizio stampa del Ministero degli Esteri della Repubblica Italiana, e confermato da fonti appartenenti al Ministero degli Esteri polacco, Terzi ha espresso profondo rammarico e preoccupazione dinnanzi alla detenzione e alle condizioni di salute della Leader dell’Opposizione Democratica, Julija Tymoshenko. Inoltre, il Capo della Diplomazia italiana ha informato Sikorski di avere consegnato una nota di protesta ufficiale dall’Ambasciatore ucraino in stanza a Roma.

“I Ministri di Italia e Polonia ripongono grandi speranze affinché da Kyiv provengano segnali inerenti al fatto che le Autorità ucraine dimostrino pieno sostegno e rispetto dello stato di diritto e della democrazia” ha riportato una nota emanata dalla Farnesina.

La creazione di un fronte comune italo-polacco porta l’Italia in prima fila tra i Paesi dell’Unione Europea che, come la Polonia, stanno prodigando ingenti sforzi per affrontare l’emergenza democratica ucraina, seppur con modalità differenti.

Il Vice-Ministro degli Esteri, Marta Dassù, ha comunicato l’intenzione di organizzare una missione diplomatica italiana per visitare la Tymoshenko presso la cella della colonia penale in cui la Leader dell’Opposizione Democratica ucraina è detenuta.

 

Nella giornata di Mercoledì, 9 Maggio, il Parlamento ha approvato una mozione bipartisan – sostenuta da PDL, PD, UDC, IDV e Gruppo Misto – che obbliga il Premier, Mario Monti, a sostenere la candidatura della Tymoshenko al Premio Nobel per la Pace 2012, e impegna il governo italiano a non ratificare l’Accordo di Associazione UE-Ucraina fino a quando la Leader dell’Opposizione Democratica ucraina non sarà liberata.

Una notevole mobilitazione del mondo politico e intellettuale italiano è stata registrata anche sul piano culturale e locale. Immediatamente dopo l’arresto della Tymoshenko – avvenuto l’11 Ottobre 2011, in seguito a un processo celebrato in maniera palesemente irregolare – il giornale Il Legno Storto ha lanciato un appello per la liberazione dell’eroina della Rivoluzione Arancione e per il rispetto della Democrazia in Ucraina, sottoscritto da diverse centinaia di cittadini.

 

A sostenere la battaglia per la liberazione della Tymoshenko è stato anche il portale di informazione Lombardi nel Mondo, grazie al quale, il 30 marzo 2012, il Consigliere Regionale della Lombardia, Carlo Borghetti, ha richiesto al Governatore della principale Regione d’Italia, Roberto Formigoni, l’organizzazione di una missione diplomatica per verificare le condizioni di salute di uno dei principali esponenti politici di un Paese europeo strategicamente importante per la sicurezza energetica italiana.

Più cauta, ma non meno risoluta, è stata la posizione assunta dalla Polonia, che agli appelli al boicottaggio delle Autorità ucraine e delle manifestazioni sportive organizzate in Ucraina – come il campionato europeo di calcio – sostenuti dalla Germania e da altri Paesi dell’Europa Occidentale, ha preferito perseguire la via del confronto diplomatico  per cercare di convincere le Autorità di Kyiv al rispetto degli standard democratici: necessario per proseguire nel percorso di integrazione nell’UE.

Secondo la posizione di Varsavia, il rischio di una posizione troppo dura da parte dell’Unione Europea nei confronti di Kyiv rischia di isolare l’Ucraina dalla comunità occidentale, e di favorire l’inserimento nella sfera di influenza della Russia di questo Paese europeo per storia, cultura e tradizioni. Altresì, l’Ucraina è fondamentale per la sicurezza energetica del Vecchio Continente, in quanto è attraverso il suo territorio che transita l’80% del gas che l’Europa importa proprio da Mosca.

 

L’allarme di Kwasniewski: “A Occidente non è chiaro cosa sia l’Ucraina”

Ciò nonostante, sulla questione ucraina l’Unione Europea non è stata in grado di prendere una posizione unica. Come illustrato dall’ex-Presidente polacco, Aleksander Kwasniewski, in un’intervista alla rivista Wprost, l’appartenenza dell’Ucraina alla comunità europea è riconosciuta solamente dai Paesi dell’Europa Centrale e scandinavi, ma non da quelli della parte occidentale del Vecchio Continente, secondo il cui punto di vista Kyiv non rappresenta una realtà culturale e storica autonoma dalla Russia, bensì una colonia di Mosca.

“Più si va ad ovest, più a prevalere è un punto di vista filo-russo – ha dichiarato l’ex-Capo di Stato socialdemocratico – persino il profondo sud del Vecchio Continente, come Spagna e Portogallo, è convinto che l’Ucraina come entità statale autonoma non sia mai esistita”.

 

Il caso Tymoshenko e la repressione politica in Ucraina

Nota per la bionda treccia, e per avere guidato in Ucraina nel 2004 il processo democratico noto come Rivoluzione Arancione, Julija Tymoshenko è stata condannata a sette anni di reclusione in isolamento per avere firmato durante l’ultimo anno del suo premieranno, nel Gennaio 2009, accordi energetici con la Russia ritenuti sconvenienti per le casse statali.

Imputata in altri due processi, iniziati sempre per ragioni politiche, la Tymoshenko soffre di un’ernia del disco sistematicamente trascurata dalle Autorità carcerarie. Inoltre, lo scorso 20 Aprile l’ex-Primo Ministro è stata aggredita fisicamente presso la sua cella, e da allora ha iniziato, per protesta, uno sciopero della fame che l’ha portata a un vertiginoso dimagrimento di dieci chili in poche settimane.

 

Oltre alla Tymoshenko, un’altra decina di esponenti dell’Opposizione Democratica sono stati arrestati dalla salita al potere dell’attuale Presidente, Viktor Janukovych. Tra essi, l’ex-Ministro degli Interni, Jurij Lucenko, l’ex-Vice-Ministro dell’Ambiente, Hryhorij Filipchuk, e l’ex-Vice-Ministro della Difesa, Valerij Ivashchenko. L’ex-Ministro dell’Economia, Bohdan Danylyshyn, e il marito della Tymoshenko, Oleksandr, sono stati costretti all’esilio in Repubblica Ceca, dove hanno ottenuto Asilo Politico.

L’Opposizione Democratica ha ritenuto il Presidente Janukovych il vero responsabile dell’ondata di repressione politica. Simili condanne sono state espresse a più riprese anche da Unione Europea, Consiglio d’Europa, Stati Uniti d’America, NATO, ONU, Canada, Australia, Svizzera, Federazione Russa, Freedom House ed Amnesty International.

 

Matteo Cazzulani

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