Fiorella Mannoia, per tutti i “Sud” del mondo — Lombardi nel Mondo

Fiorella Mannoia, per tutti i “Sud” del mondo

Nel tour ho avuto modo di portare con me sul palco gli straordinari ballerini brasiliani del Progetto Axè, di cui sono testimonial da diverso tempo. Il fondatore è un italiano che ha creato a Salvador de Bahia questa organizzazione no-profit con l’obiettivo di recuperare i bambini e i ragazzi di strada attraverso l’arte e la pedagogia del desiderio.
Fiorella Mannoia, per tutti i “Sud” del mondo

Fiorella Mannoia e Frankie HI NRG – Foto: Amnesty.it

Un disco e un tour che sono quanto di meglio la musica italiana al femminile abbia potuto offrire in questo 2012. Stiamo naturalmente parlando di “Sud” e di Fiorella Mannoia, che con questo ultimo disco ha realizzato il capolavoro di una carriera già ricca di grandi successi. L’artista romana con “Sud” ha voluto dare voce a tutti i sud del mondo dimostrando di essere in stato di grazia dal punto di vista compositivo.

Non è un caso che Fiorella abbia scritto per la prima volta i testi di quasi tutte le canzoni dell’album con l’eccezione di “Luce”, autentica gemma firmata Luca Barbarossa sull’universale e quanto mai fuori moda sentimento della compassione. “Quando l’angelo vola” è dedicata al leader del Burkina Faso Thomas Sankara, assassinato nel 1987 per il suo impegno contro le politiche di sfruttamento del proprio Paese, e un po’ tutto l’intero disco trova in questo eroe dei nostri tempi la propria fonte di ispirazione. “Se solo mi guardassi” si mette nei panni dello straniero, del diverso, che spesso e volentieri è invisibile agli occhi di noi occidentali, che stiamo perdendo l’occasione di arricchirci di un patrimonio umano inestimabile.

“Non è un film” è una vibrante invettiva contro le moderne schiavitù cui sono costretti tanti immigrati, siano essi africani, sudamericani o dell’Est europeo. Non a caso il testo, scritto con la collaborazione di Frankie Hi-Nrg, ha vinto la decima edizione del Premio Amnesty Italia 2012. “Scegli da che parte stare: questo appello a chi ascolta il brano “Non è un film” riassume in parole semplici e incisive tutte le campagne di Amnesty International – ha affermato Christine Weise, presidente di Amnesty International Italia – Una grande artista, Fiorella Mannoia, ha scelto di stare dalla parte di chi vede violati i suoi diritti umani, con una canzone scritta in modo essenziale ed efficace da Frankie Hi-Nrg che va direttamente al cuore di una società nella quale tutte le informazioni sono disponibili e tutto il mondo è interconnesso, ma la grande maggioranza delle persone non si sente coinvolta in quello che è responsabilità di tutti”.

Ne abbiamo parlato con la stessa Fiorella alla vigilia del tour teatrale che la porterà in tutta Italia dopo le date primaverili nei Palasport e quelle estive nelle arene che hanno consacrato “Sud: Il Tour” come l’evento musicale dell’anno.

Chi la segue da tempo non ha timore di affermare che “Sud” sia il vertice della sua carriera.

“Forse non sta a me dirlo ma sicuramente il disco è nato attorno a un concetto ben preciso: dare voce a tutti i sud del mondo, raccogliendo storie e cercando di rappresentarle. Questa operazione mi ha aperto talmente tante conoscenze che lo considero più un viaggio umano che musicale: per la prima volta nella mia carriera mi sono trovata a scrivere direttamente i testi delle canzoni perché queste storie mi hanno toccato personalmente, cambiando anche la mia prospettiva. Penso in particolare all’incontro con la sorella di Thomas Sankara, a cui è dedicato l’intero album. Nel tour ho avuto modo di portare con me sul palco gli straordinari ballerini brasiliani del Progetto Axè, di cui sono testimonial da diverso tempo. Il fondatore è un italiano che ha creato a Salvador de Bahia questa organizzazione no-profit con l’obiettivo di recuperare i bambini e i ragazzi di strada attraverso l’arte e la pedagogia del desiderio. Grazie a questo gemellaggio sono nate anche in Italia organizzazioni simili in zone a rischio come Palermo e Scampia: ridare sogni e dignità ai giovani si è rivelata una metodologia ancora più vincente del limitarsi a sfamarli”.

“Luce” sintetizza al meglio il cuore del progetto riportando in auge il sentimento della compassione.

“Credo proprio che sia ora di recuperare un sentimento che va perdendosi nella routine quotidiana, in una politica che sempre più tende a dividere e non a unire. È nostro dovere addolcire gli animi e predisporli all’accoglienza ribellandoci alla cultura del divide et impera. Solo capendo gli altri condividendone il dolore siamo davvero uomini e donne. Quello che succede in Africa e in ogni sud del mondo ci riguarda ed è doveroso fare pressioni sui governi perché smettano di schiacciare queste popolazioni, che altrimenti verranno giocoforza da noi”.

A questo proposito cosa pensa del Nobel per la pace dato all’Unione Europea?

“Ne sono ancora indignata. Ormai in Europa non abbiamo più bisogno di guerre dato che le risorse le prendiamo altrove: e lo facciamo macchiandoci ovunque di crimini di cui siamo assolutamente colpevoli. Non credo che la stessa rielezione di Obama negli Stati Uniti cambierà di molto la politica economica perché sono troppo potenti le lobbies delle armi, del petrolio e delle multinazionali. I presidenti purtroppo contano poco e quei pochi che hanno provato a cambiare le cose sono stati assassinati: penso a J.F.Kennedy, Martin Luther King e Thomas Sankara in Africa. Non c’è da illudersi a riguardo di una politica volta al disarmo o alla chiusura del carcere di Guantanamo”.

Fabio Nappi

Fonte: Unimondo

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