XXVII Festival del Cinema Latino Americano — Lombardi nel Mondo

XXVII Festival del Cinema Latino Americano

Il Festival del Cinema Latino Americano di Trieste, la più vasta rassegna in Europa sulla produzione cinematografica, video e televisiva del continente latino, giunge alla sua XXVII edizione: dal 20 al 28 ottobre, al Teatro Miela e in altre sedi, presenterà più di 180 tra film e documentari sulla realtà culturale, artistica e sociale dell’America Latina.

L’appuntamento, promosso dall’APCLAI – Associazione per la Promozione della Cultura Latino Americana in Italia e supportato da vari enti e istituzioni italiane, europee e latino americane, si propone come la vetrina di una variegata produzione artistica e culturale, spesso sconosciuta all’estero a causa dell’emarginazione nella quale è relegata dalle grandi distribuzioni commerciali.

Anche quest’anno, grazie alle collaborazioni avviate, parte delle opere verranno proiettate, all’Università di Trieste, al Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda per i Servizi Sanitari, al Centro Internazionale di Fisica Teorica di Miramare (dove si terrà l’inaugurazione del Festival, la sera di sabato 20) e il Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico.

Il programma è stato presentato venerdì 12 ottobre a Roma dal direttore del Festival, Rodrigo Diaz, in un incontro con la stampa nazionale ed estera, realizzato in collaborazione con l’Istituto Italo-Latino Americano e con l’intervento di Sylvia Irrazábal, segretaria culturale dell’Istituto.

Il direttore Diaz ha sottolineato “il costante impegno del Festival di Trieste, negli anni, per evidenziare i profondi legami tra Italia e America latina, e per valorizzare la vasta comunità oriunda italiana presente nella cultura e nella società del Continente; cosa di cui – purtroppo – non sempre l’Italia pare avere sufficiente coscienza, neppure in termini di potenzialità economiche”. Il direttore ha anche rammentato “le sempre maggiori difficoltà operative in cui versa il Festival, dopo i crescenti tagli ai finanziamenti pubblici per la cultura, che mettono sempre più a rischio la manifestazione”.

Se anche quest’anno il Festival si realizzerà, ha spiegato Diaz “è nuovamente grazie al forte sostegno ricevuto dalle istituzioni, Ministeri ed Ambasciate dell’America Latina, che si sono assunti direttamente, o tramite servizi a titolo gratuito, parte dei costi dell’iniziativa. Il paradosso”, ha aggiunto Diaz, “è che a sostenere il Festival di Trieste, considerato a livello internazionale un punto di riferimento fondamentale del settore, sono sempre più le istituzioni latino americane, e via via meno – salvo alcune rare eccezioni – quelle del Paese in qui il Festival si realizza. Da parte nostra non possiamo che auspicare un rapido ripensamento e un’inversione di questa pericolosa tendenza”.

Sono poi stati annunciati i quindici film della Sezione ufficiale in concorso, scelti fra i più recenti dell’intero continente latino. Le opere selezionate -provenienti da Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Equador, Haiti, Messico, Perù, Porto Rico, Uruguay e Venezuela- sono firmate sia da registi già più volte premiati a livello internazionale, che da giovani emergenti.

Prestigiosa la Giuria internazionale, presieduta dal regista, sceneggiatore e produttore messicano Luis Estrada, e formata dalla regista, sceneggiatrice e cattedrattica colombiana Camila Loboguerrero e dagli spagnoli Alberto García Ferrer, segretario generale dell’Associazione delle Televisioni Educative Ibero-Americane, e Carmelo Romero, direttore del Festival del Cinema di Málaga.

Tra le varie sezioni e retrospettive annunciate, una sul regista messicano Luis Estrada, Ie cui opere sono state selezionate da oltre 150 festival internazionali, una personale del regista e sceneggiatore Aldo Francia, attento alle problematiche sociali del Cile degli anni ’60 e ’70, una sulla regista colombiana Camila Loboguerrero, da quarant’anni protagonista della storia del cinema del suo paese e già presidente dell’Accademia di Cinema di Colombia, e un omaggio allo scrittore brasiliano Jorge Amado nei cento anni dalla nascita, attraverso film tratti da sue opere letterarie.

Tra i Premi previsti, al regista e documentarista brasiliano di origini bellunesi Silvio Da Rin (presente a Trieste) verrà attribuito il “Premio Oriundi – Italia in America Latina”, che il Festival conferisce ad autori che hanno valorizzato la memoria dell’emigrazione italiana in America Latina. Silvio Da Rin, la cui famiglia ha ancora una casa a Vigo di Cadore, ha partecipato a vari Festival internazionali ed è stato segretario per gli Audiovisivi del Ministero della Cultura del Brasile, durante la presidenza di Luis Inázio “Lula” Da Silva.

Il “Premio Salvador Allende”, intitolato alla memoria del presidente cileno, sarà conferito all’ambasciatore Emilio Barbarani, già in servizio all’Ambasciata di Santiago del Cile dal 1974 al 1976, durante il golpe militare. In quegli anni il giovane diplomatico sfidò la polizia segreta di Pinochet per salvare centinaia di persone. Autore del recente libro autobiografico “Chi ha ucciso Lumi Videla” (Mursia), dedicato a quei fatti, Barbarani si recherà a Trieste per ritirare il Premio.

Nelle altre sezioni del Festival, parte delle quali a concorso, figurano numerosi documentari, opere dalle Scuole di Cinema, il “Premio Malvinas” per la convivenza fra i popoli e il Diritto Internazionale, e il “Premio Mundo Latino” per la migliore opera a carattere storico, deciso da una giuria di studenti del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico. È anche previsto un Premio del Pubblico in Rete, indetto da Arcoiris tv, che trasmetterà un settantina di opere del Festival sul proprio sito web www.arcoiris.tv.

Più nel dettaglio del programma, per la Sezione ufficiale a Concorso sono quindici i lungometraggi: la coproduzione argentino-cilena “Tiempos menos modernos” di Simón Franco, il brasiliano “Colegas” di Marcelo Galvão, il cileno “El lenguaje del tiempo” di Sebastián Araya Serrano e la coproduzione cileno-tedesca “Sentados frente al fuego” di Alejandro Fernández Almendras. Dalla Colombia “La vida era en serio” di Mónica Borda Saenz, dal Costa Rica “Las tr3s Marías” di Francisco González, inoltre la coproduzione fra Equador e Venezuela “A tus espaldas” di Tito Jara H. Da Haiti arriva “Six femmes d’exception” di Arnold Antonin, dal Messico giungono “Fecha de caducidad” di Kenya Márquez e, in coproduzione con la Danimarca, “Memoria de mis putas tristes” di Henning Carlsen (2011), dal Perù “El inca, la boba y el hijo del ladrón” di Ronnie Temoche ed infine il portoricano “América” di Sonia Fritz, l’uruguayano “El almanaque” di Pedro Charlo e due opere venezuelane, “Cenizas eternas” di Margarita Cadenas e “El rumor de las piedras” di Alejandro Bellame Palacios.

La Sezione “Contemporanea” comprende invece una quarantina di recenti film, documentari e cortometraggi, su vari aspetti della cultura, dell’arte e società latinoamericane. Parte delle opere verranno presentate in concorso, in una sezione con una Giuria specifica.

La retrospettiva sul regista e sceneggiatore messicano Luis Estrada presenterà cinque delle sue opere più significative, dagli anni ’90 ad oggi: “Bandidos” (1991), “Ámbar” (1994), premiato a livello internazionale, l’acclamato “La ley de Herodes” (2000) vincitrice in vari festival, “Un mundo maravilloso” (2006) e “El infierno” (2010), che concludono la trilogia satirica di Estrada sulla vita politica e sociale del Messico.

La personale sul regista e sceneggiatore cileno Aldo Francia comprende sette opere, fra corti e lungometraggi, tra i quali i suoi capolavori “Valparaíso mi amor” (1969) e “Ya no basta con rezar” (1972). La personale sulla colombiana Camila Loboguerrero, regista e produttrice di fiction e documentari, serial e video, comprenderà i suoi tre acclamati lungometraggi a 35 mm, di fiction ma a sfondo sociale: “Nochebuena” (2008), “María Cano” (1990) e “Con su música a otra parte” (1984). L’omaggio allo scrittore brasiliano Jorge Amado presenterà cinque film tratti da sue opere: “Tenda dos Milagres” (1975) e “Jubiabá” (1985) di Nelson Pereira Dos Santos, “Dona Flor e seus dois maridos” (1976) e “Gabriela cravo e canela” (1983) di Bruno Barreto e “Tieta do Agreste” di Carlos Diegues (1995).

Saranno inoltre in programma cinque eventi speciali, che metteranno in rilievo problematiche per lo più poco note in Europa, illustrate però dal cinema. Gli eventi, che saranno annunciati a ridosso del Festival, vedranno in molti casi la presenza in sala degli autori, fra i quali il celebrato regista argentino Fernando Birri, riconosciuto maestro del Nuovo Cinema Latino Americano.

Per la Sezione “L’altra Italia”, dedicata alla presenza italiana in America Latina, nell’ambito della personale della regista Camila Loboguerrero, verrà presentato il documentario “Inmigrantes” sull’immigrazione italiana in Colombia. Tra le varie altre opere che verranno proiettate al Festival del Cinema Latino Americano di Trieste figurano film presentati ai maggiori festival europei, produzioni spagnole sulla cultura ispanica, sezioni sulle nuove tecnologie e le Scuole di Cinema, il cinema e la letteratura, la musica latina e una dedicata al gioco del calcio.

Numerosi i cineasti previsti come ospiti ufficiali, provenienti da tutta l’America latina ed Europa.

Il Festival del Cinema Latino Americano di Trieste è patrocinato dall’Istituto Italo-Latino Americano, dai Ministeri per i Beni e le Attività Culturali e degli Affari Esteri. la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori e dall’Università degli Studi di Trieste e dalla Camera di Commercio di Trieste. È realizzato con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Comune e della Provincia di Trieste; collaborano inoltre vari altri enti pubblici e realtà private, italiane e latinoamericane.

Fonte: (aise)

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