Pensioni in Argentina — Lombardi nel Mondo

Pensioni in Argentina

Come annunciato nei giorni scorsi, l’onorevole Fabio Porta ha presentato un’interrogazione ai Ministri degli esteri e del lavoro, Terzi e Fornero, per sottoporre alla loro attenzione la perdita di valore delle pensioni italiane in Argentina che dal 6 luglio scorso vengono pagate in pesos.

ROMA – Come annunciato nei giorni scorsi, l’onorevole Fabio Porta (Pd) ha presentato un’interrogazione ai Ministri degli esteri e del lavoro, Terzi e Fornero, per sottoporre alla loro attenzione la perdita di valore delle pensioni italiane in Argentina che dal 6 luglio scorso vengono pagate in pesos.

Di seguito pubblichiamo il testo dell’interrogazione, sottoscritta anche dai colleghi del Pd Farina, Fedi, Garavini e Narducci.

“Dal 6 luglio 2012 il pagamento delle pensioni ai cittadini italiani residenti in Argentina presso gli sportelli del Banco Itaù, convenzionato con l’INPS, avviene non più in euro, solitamente convertiti in dollari statunitensi, ma in pesos, in forza della disposizione 5318 della Banca centrale della Repubblica argentina; la risoluzione della Banca centrale rappresenta una delle misure prese per recuperare valuta estera da destinare al pagamento in dollari dei bond e comporta un’obiettiva perdita di valore dei ratei riscossi dai pensionati, con intuibili conseguenze negative sia sul tenore di vita degli stessi che sulla capacità di realizzare piccoli risparmi; sui circa 80.000 pensionati europei residenti in Argentina, indiscriminatamente colpiti da queste restrittive misure finanziarie, quelli italiani sono circa la metà, un numero ragguardevole sia sotto il profilo del sostegno a migliaia di nuclei familiari che sotto quello delle ripercussioni che il sistematico impiego degli importi ha sull’economia locale; la conversione forzosa in pesos dei ratei pensionistici sta destando forti preoccupazioni tra gli interessati, molti dei quali erano già in condizioni di precarietà a causa dei bassi livelli di reddito, ed è vissuta dalla nostra comunità come un’indebita appropriazione di risorse direttamente erogate dallo Stato italiano a propri concittadini; i contatti che negli ultimi mesi sono intercorsi tra i nostri rappresentanti diplomatici e consolari e le autorità locali non hanno dato esiti concreti, anche se sembrerebbe esserci da parte dell’Administraciòn Federal de Ingresos Publicos (AFIP), l’ente tributario, una qualche apertura almeno per il rinvio delle misure restrittive; l’orientamento prevalente all’interno della nostra comunità, suffragato anche dalla valutazione di esperti, è che la trasmissione delle pensioni da parte dello Stato italiano a propri concittadini non possa essere assimilata ad una qualsiasi operazione valutaria, ma ad un rapporto tutelato dalla legge italiana e fondato su un diritto del cittadino; il pagamento delle pensioni italiane ai nostri connazionali in Argentina, peraltro, ha dei risvolti non solo finanziari, ma anche di privacy e di sicurezza, come dimostrano i casi purtroppo crescenti di aggressione da parte della piccola malavita locale a pensionati italiani, soprattutto nei giorni di riscossione; la perdita di valore delle pensioni percepite dai nostri connazionali in Argentina aggrava la già critica situazione di persone che spesso non possono contare su una diversa fonte di reddito e cade in momento di regressione dell’intervento pubblico italiano per l’assistenza diretta e indiretta delle persone in stato di indigenza; si chiede di sapere se non intendano promuovere ulteriori contatti con le autorità argentine per rappresentare la lesione dell’interesse dei pensionati italiani che con tali misure obiettivamente si determina e, nello stesso tempo, le ripercussioni critiche che possono ricadere sul contesto economico locale; se non sia utile approfondire attraverso il dialogo l’esigenza di una specifica sospensione delle misure di restrizione cambiaria, per considerazioni di ordine giuridico inerenti alla particolare natura dei rapporti pensionistici e di solidarietà umana e sociale, trattandosi di categorie di persone che hanno accumulato un notevole credito sociale e morale nel corso della loro esistenza e che oggi sono esposte a condizioni di marginalità e di bisogno”.

Fonte: aise

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