Funicolare e museo, si punta a Expo 2015 — Lombardi nel Mondo

Funicolare e museo, si punta a Expo 2015

CASTEL SAN PIETRO. Sopralluogo di Comune, Cariverona e Soprintendenza per fare il punto sullo stato dei lavori di recupero. Serviranno altri spazi per i magazzini. Entro l’anno si chiuderà la fase del consolidamento strutturale Poi si parte con la riconversione e con l’ascensore mobile.

Si punta al 2015, per l’Expo di Milano, per avere la funicolare da Santo Stefano a Castel San Pietro. E parte il conto alla rovescia anche per trasferire nell’ex fortezza asburgica il Museo di Storia naturale, ora a Palazzo Pompei. Da dicembre, nell’arco di due anni, l’allestimento dovrebbe essere completato. E la sala di ingresso al museo verrà rialzata, rispetto al progetto originale, per ammirare la cisterna viscontea emersa fra il castello e le mura e per ammirare il basamento del tempio romano del primo secolo avanti Cristo, spuntato dagli scavi sotto l’edificio. Entro fine anno verrà dunque terminato il primo stralcio dei lavori, per consolidare il castello e rimettere a posto la vecchia stazione di arrivo della funicolare. Dopo di che si partirà il secondo, cioè i lavori veri e propri per riconvertire l’edificio, che ospiterà anche una sala lettura e, sul tetto all’ultimo piano, un ristorante, non solo per i visitatori, che avrà un belvedere mozzafiato sulla città. È quanto annunciato durante il sopralluogo a Castel San Pietro dell’assessore comunale ai lavori pubblici Stefano Casali, insieme ai dirigenti del settore, di Fausto Sinagra direttore generale della Fondazione Cariverona, proprietaria di Castel San Pietro, della soprintendente ai beni architettonici e paesaggistici Gianna Gaudini. Presenti l’architetto Stefano Gris, autore del progetto, e Attilio Lonardi, titolare dell’impresa all’opera per la ristrutturazione. «È una grande soddisfazione vedere finalmente avviati i lavori di riqualificazione di questa bellissima parte della città», spiega Casali. Sinagra, per la Fondazione Cariverona presieduta da Paolo Biasi, conferma che «in dicembre verrà completato il primo stralcio dei lavori di consolidamento. Poi si passerà alla fase successiva». Come osserva il direttore di Cariverona, insieme alla soprintendente Gaudini, in futuro Castel San Pietro, con il Museo di Storia naturale, con il tempio romano e con la cisterna viscontena, diventerà il punto di partenza di un percorso museale adiacente al Museo archeologico del Teatro Romano, vicino, che verrà ristrutturato con lavori per 5 milioni e poi, poco distante, arriverà alla sede della Soprintendenza all’ex Intendenza di Finanza, il palazzo adiacente alla chiesa di San Tomaso, dove pure sono esposti reperti archeologici. «Sarà un percorso completo, di grande interesse storico, monumentale e archeologico», commenta la Gaudini, «reso possibile da questo importante intervento di riqualificazione». Al museo di Storia naturale verranno trasferiti ed esposti tutti i fossili e la maggior parte dei reperti esposti a Palazzo Pompei, dove l’area espositiva è di 4.000 metri quadrati, mentre a Castel San Pietro non supera i tremila. Si dovrà dunque trovare un luogo per conservare tutte le collezioni botaniche e tutto il resto del materiale conservato nei magazzini e nelle soffitte di Palazzo Pompei e anche all’ex Arsenale. È possibile che nell’area degli ex Magazzini generali, di proprietà di Cariverona, dove sorgerà il Polo culturale, si possano trovare degli spazi. «Sono in fase di esecuzione anche i lavori di recupero della stazione della funicolare, in attesa di ricevere il parere della commissione provinciale Via, cioè Valutazione di impatto ambientale», spiega Casali. La funicolare sarà in cabina, un ascensore inclinato con pareti trasparenti. Il sopralluogo porta anche ai basamenti del tempio romano, sopra il quale fu costruita una chiesa paleocristiana, quindi una romanica, San Pietro in Castello, e poi la fortezza asburgica. Ogni volta cancellando ciò che c’era prima, lasciando però tracce. Ma sotto il tempio romano si può pensare che ci sia dell’altro. Là, dov’è nata Verona.

fonte: l’arena

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