Respinto voto di sfiducia alla Giunta. Scambi polemici in dialetto lombardo — Lombardi nel Mondo

Respinto voto di sfiducia alla Giunta. Scambi polemici in dialetto lombardo

Un battibecco tra il Presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, e un Consigliere delle opposizioni, condito da espressioni colorite in dialetto lombardo, ha chiuso una mattinata bollente, in cui due esponenti di spicco della maggioranza hanno fronteggiato un voto di sfiducia

“Informati pirla!”. Questa e’ la frase che ha fatto scoppiare la polemica durante la seduta plenaria del Consiglio Regionale di martedì, 20 Marzo, con i Consiglieri del Partito Democratico della Lombardia che hanno abbandonato l’aula, e il Vice-Speaker, Carlo Saffiotti, del Popolo Della Liberta, costretto a spengere sul nascere una polemica imperante.
A pronunciare la frase messa sotto accusa e’ stato il Presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, del Popolo della Liberta, in risposta alle accuse di non avere mai lavorato nella sua vita, mossegli dal consigliere Stefano Zamponi, dell’Italia Dei Valori.
Zamponi ha richiesto allo Speaker di censurare l’atteggiamento offensivo del Presidente in base al regolamento, che stabilisce l’espulsione di chi oltraggia i colleghi, e ha proposto il varo di una Commissione d’indagine riguardo al processo in cui Formigoni e’ coinvolto per la presunta falsificazione delle firme a supporto della sua candidatura.
“In vita mia ho lavorato come insegnante di storia e filosofia alle superiori – ha risposto Formigoni – sono stato Assistente Universitario e giornalista per testate nazionali e internazionali. Inoltre, due sentenze del Tribunale di Milano hanno certificato che la parola da me pronunciata non e’ offensiva. Dare a Zamponi del pirla non e’ un reato”.

La forza del dibattito, e la velocità con cui il Presidente Formigoni ha articolato una risposta efficace a sua discolpa, ha fatto da cappello conclusivo a una mattinata durante la quale la Maggioranza ha dovuto respingere due atti di sfiducia nei confronti di un medesimo numero di suoi esponenti di rilievo.
La più importante ha riguardato lo Speaker del Consiglio Regionale, Davide Boni, della Lega Nord-Padania: di recente coinvolto nelle indagini per un affare di corruzione e, per questo, finito sotto il fuoco delle opposizioni.
“I tempi mediatici e quelli della giustizia non coincidono – ha dichiarato Boni – e non ritengo che io debba giustificarmi in quest’aula, che non e’ un tribunale. Continuerò a esercitare il mio ruolo a servizio della Regione e dei lombardi”.

In risposta, Franco Mirabelli, del Partito Democratico della Lombardia, ha illustrato come nessuno abbia avuto l’intenzione di tramutare l’Aula in una sede di tribunale, ma, nel contempo, come il caso in cui e’ coinvolto lo Speaker del Consiglio Regionale sia una problematica di carattere politico, che deve essere superata per non approfondire la diffidenza della gente nei confronti della politica.
A difesa di Boni si e’ schierato il suo collega di Partito, Stefano Galli, della Lega Nord-Padania, che ha sottolineato come le accuse allo Speaker siano ancora tutte da provare, con testi inattendibili, e una volonta’ di eliminare il vertice del Consiglio Regionale che, a sua opinione, e’ puramente di carattere politico.

“Bisogna ripristinare la legalità – ha evidenziato Gabriele Sola, dell’Italia Dei Valori – il 10% dei Consiglieri Regionali e’ interessato da provvedimenti giudiziari. Torniamo alle urne per portare volti nuovi in Consiglio Regionale”.
Supporto allo Speaker e’ stato espresso anche da Paolo Valentini, del Popolo della Liberta, che ha illustrato come la questione sia prevalentemente legata all’ambito istituzionale, poiché la governabilità della Regione più importante d’Italia va salvaguardata a prescindere dalle questioni personali. Inoltre, il Consigliere di maggioranza ha illustrato come personalità politicamente appartenenti al principale Partito di opposizione, in altre Realtà Locali, siano state colpite da medesimi provvedimenti da parte della magistratura di quelli che hanno colpito Boni.

A evidenziare il sussistere di una questione morale e’ stato Giammarco Quadrini, dell’Unione Di Centro, che ha descritto come insostenibile la situazione politica del Consiglio Regionale, e ha invitato il Presidente Formigoni a riconoscere che la sua era alla guida della Regione e’ terminata dopo 17 anni.
“Non lasciamo il Consiglio sulla graticola dei media – ha evidenziato Chiara Cremonesi, di Sinistra-Ecologia-Liberta – la terza Assemblea Regionale per importanza nel Paese deve dare prova di sapere reagire in situazioni come questa”.
Contrari alla richiesta hanno votato compatti i 42 Consiglieri della Maggioranza presenti in aula – Popolo della Liberta e Lega Nord-Padania – contro i 29 contrari delle opposizioni – Unione Di Centro, Partito Democratico della Lombardia, Italia Dei Valori, e Sinistra-Ecologia-Liberta.

Altro atto di sfiducia ha riguardato l’Assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, della Lega Nord-Padania: accusato di avere pilotato la concessione di spazi pubblicitari televisivi e spaziali presso alcune strutture mediche della Lombardia. Per questa ragione, sempre Zamponi, dell’Italia Dei Valori, ha richiesto un atto di censura nei confronti dell’Esponente della Giunta Regionale.
“Le accuse di mendacità mosse a mio riguardo non hanno fondamento – ha illustrato Bresciani – la questione e’ già stata risolta da tempo, ed e’ stato provato il non esistere di alcun reato”.
Contrari alla richiesta di censura per l’Assessore hanno votato 44 Consiglieri della Maggioranza – Popolo della Liberta e Lega Nord-Padania – contrari, come nel caso della mozione riguardante lo Speaker Boni, 28 esponenti delle opposizioni – Unione Di Centro, Partito Democratico della Lombardia, Italia Dei Valori e Sinistra-Ecologia-Liberta.

Matteo Cazzulani

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