“Water Project” col Gruppo Africa in Papua Nuova Guinea – parte 1 — Lombardi nel Mondo

“Water Project” col Gruppo Africa in Papua Nuova Guinea – parte 1

la prima parte dell’esperienza di Ferruccio Brambilla e del suo gruppo, in missione come volontari in Papua Nuova Guinea

A chi mi chiede dove sono stato e cosa ho fatto, riesco solo a dire che da qualche settimana su di un’isola sperduta della già sperduta Papua Nuova Guinea ci sono tante persone di alcuni villaggi primitivi che uscendo dalla loro capanna trovano una fontana dalla quale sgorga abbondante acqua potabile. Riesco solo a dire questo perchè credo che da solo possa bastare, ma anche perchè è difficile descrivere le emozioni così forti che ho provato tra quelle popolazioni, così come è difficile raccontare le dimensioni di quanto realizzato.

 

Ma andiamo per ordine, per ordine alfabetico: “Baldino” Ubaldo Belingheri, Ennio Provera, Giovanmaria Grassi, Giuseppe “Giusi” Albrici, Lucio Tagliaferri e Vico Martinelli, l’unico non targato Bg. (vedi foto)

Il primo è presidente del Gruppo Africa Valdiscalve, gli altri sono soci o simpatizzanti. Li incontro davanti al check-in Air Emirates di Malpensa dove mi unisco a loro, su tutti mi colpisce Giusi che trascina un trolley verde pisello dal quale spunta un ammazzamosche a paletta giallo canarino… non ne vedevo così da più di 40 anni. Lui la malaria la combatte in quel modo ho pensato. Abbiamo in comune la destinazione e lo scopo, quello di costruire un acquedotto per il villaggio di Ulutuya, sull’isola di Goodenough in Papua Nuova Guinea. In questa impresa io sono un semplice osservatore, modesto relatore ma discreto fotografo e all’occorrenza cerco di rendermi utile anche in maniera più concreta.

Il mio ricordo torna al 2006 quando, sull’isola di Sumba, pochi chilometri sopra l’Australia, avevo collaborato con l’amica Ann, Lucas e altre splendide persone alla costruzione di pozzi per la raccolta dell’acqua. La mia debole memoria, motivo per il quale sono costretto ma anche felice di scrivere il più possibile, mi permette solo di ricordare che gli appunti di viaggio e le foto che avevo scattato all’epoca erano state preziose per la tesi di un’amica di Torino, laureatasi a pieni voti. Ora, se poteva essere considerata lodevole quella iniziativa del progetto “Hope Sumba”, questa del Gruppo Africa è senza dubbio ciclopica… e non è la prima, nè sarà l’ultima. Lo scorso anno infatti ha realizzato un acquedotto di 14 chilometri a Watuluma per portare acqua potabile a oltre 2500 persone a pochi chilometri da questo di Ulutuya che darà da bere a 15 villaggi, ad una scuola media e tre elementari…

Del resto chi non conosce la laboriosità e la generosità dei bergamaschi, dei muratori bergamaschi… leggenda vuole che se si trovano in due ad aspettare l’autobus, per ingannare l’attesa si mettono a costruire una pensilina in muratura, panchine comprese.

 

Fondata da Baldino dietro incoraggiamento e sollecitazione della nostra comune amica Assunta, la Onlus Gruppo Africa di Vilminore in Val Di Scalve nasce nel 1988 e conta circa una cinquantina di soci. Baldino mi racconta di aver già realizzato una trentina di progetti come questo… e ci credo! Mi anticipa anche che per gli instancabili del Gruppo Africa, all’inizio del prossimo anno c’è in programma l’Eritrea.

 

Ho conosciuto Ennio in occasione della cerimonia funebre del caro amico Gianfranco a Zanica, vicino a Bergamo. Con lui successivamente sono stato ospite del missionario Lorenzo Frosio, con Dino Panfilo ed altri amici a vario titolo impegnati nel sociale. C’erano anche due Cavalieri di Malta. Il loro motto recita così: “Nell’ordine non si resta senza il conforto della virtù, fuori chi sfoggia ricchezza, chi cerca posti privilegiati, chi si agita per vanagloria” firmato Conte Marullo Gran Cancelliere… nientemeno!

Dino mi ha parlato un po’ della Papua dove suo fratello è Vescovo a Rabaul sull’isola di New Britain e mi ha descritto il viaggio Milano-Dubai, Dubai-Singapore, Singapore-Port Moresby, Port Moresby-Alotau, Alotau-Goodenough. Quest’ultima tratta in barca con un giorno di viaggio.

Da qui a maturare la decisione di partire con loro è stato un attimo. Sono sicuro che Padre Sibi dall’India mi capirà e mi perdonerà se ancora una volta rimando la partenza per la sua associazione Vanaprastha di Bangalore. E’ dall’epoca in cui mi trovavo ospite di amici a Jakarta che cerco l’opportunità di visitare la PNG fuori dai normali circuiti turistici che peraltro non esistono. Ora che mi si presenta l’occasione non me la lascio certo sfuggire. Sempre Dino mi dice che non occorre portare tanta roba, tantomeno soldi perchè dove andremo non c’è nulla, assolutamente nulla! Saprò poi che il Dino non potrà essere dei nostri causa ernia discale che lo tormenta da tempo.

 

Alcuni articoli poco confortanti a riguardo della estrema pericolosità di alcune località della PNG li trovo in rete… ma ho imparato a non credere più a certe informazioni terroristiche e decido di affidarmi semplicemente all’idea che ho sempre avuto della PNG, di un’isola che, anche se grande una volta e mezza l’Italia è per me inspiegabilmente piccola, misteriosa e sconosciuta. Trovo anche un trafiletto incoraggiante che cito testualmente: ”E’ il luogo idale per chi parte con uno spirito avventuriero, per chi odia fare programmi e si sente soffocare dall’idea di prenotazioni, orari e visite guidate. Chi desidera andare perchè ha la mente libera o perchè desidera liberarla”. Chi cerca un viaggio on the road come piace tanto a me. Il resto viene da sè, basta vivere appieno lo spirito dell’improvvisazione.

Così, dopo aver girato tutte le libreria di Milano, finalmente al Touring Club riesco a rimediare l’unica ed ultima guida della PNG in lingua inglese e che sembra addirittura già usata.

(segue)

Testo e foto di Ferruccio Brambilla

tel +39 348 8279 062

ferbrambi@yahoo.it

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