Yuri Lutsenko verso la condanna sicura nel secondo processo — Lombardi nel Mondo

Yuri Lutsenko verso la condanna sicura nel secondo processo

Durante l’ultima parola concessagli dalla Corte, l’ex-Ministro degli Interni attacca l Presidente Yanukovych e la mafia che, secondo lui, governa l’Ucraina. La Pubblica Accusa chiede per l’esponente dell’Opposizione Democratica – già condannato a quattro anni di galera da un precedente procedimento – due anni e mezzo di reclusione.

La malavita ucraina e il Presidente del Paese, Viktor Yanukovych, sono stati gli oggetti a cui si e’ riferito l’ex-Ministro degli Interni, Yuri Lutsenko, durante l’ultima parola concessagli dalla Corte nel processo a cui e’ sottoposto per avvelenamento dell’ex-Presidente, Viktor Yushchenko. Nella giornata di venerdì, 10 Agosto, il secondo processo a carico di uno degli esponenti di spicco dell’Opposizione Democratica e’ giunto alle battute finali, e l’imputato e’ stato invitato a rilasciare l’ultima testimonianza prima dell’emanazione del verdetto.

Lutsenko ha approfittato della parola concessagli per attaccare le autorità giudiziarie e politiche del Paese. L’ex-Ministro degli Interni ha ritenuto l’Ucraina un Paese governato dalla mafia, e ha dipinto il Presidente Yanukovych come il mandante di una repressione politica che ha colpito anche la Leader del campo arancione, l’ex-Primo Ministro, Yulia Tymoshenko.

Inoltre, Lutsenko ha sostenuto di essere dinnanzi ad una condanna sicura, ha dichiarato di essere pronto al carcere dopo essere stato privato di ogni diritto durante il processo, e ha dedicato le ultime frasi del suo intervento per invitare gli ucraini a ribellarsi pacificamente al Capo di Stato autoritario con il sostegno all’Opposizione Democratica Unita alle prossime Elezioni Parlamentari.

“Non ho dubbi sulla sentenza della Corte, per questo dedico il mio intervento ai cittadini ucraini – ha esordito Lutsenko – Dopo due anni e mezzo di Amministrazione di Yanukovych possiamo affermare che l’Ucraina e’ un Paese in cui governa la mafia, e i gangster occupano i posti di potere. Sono in prigione da 594 giorni, ma non mi perdo d’animo. Il Presidente ci ha privato di ogni diritto, ma possiamo esprimere ancora una forte protesta votando in massa per l’Opposizione Unita e, così, dare un colpo alla mafia”.

L’intervento di Lutsenko e’ stato accolto tra gli applausi dai presenti in aula, prima che la giudice, Hanna Medushevska, chiudesse la seduta per riaggiornarla al momento dell’esposizione del verdetto.

L’Avvocato di Lutsenko ha dichiarato l’assenza di prove a sostegno delle imputazioni mosse a suo carico, mentre la moglie dell’ex-Ministro degli Interni, Iryna Lutsenko, non ha nascosto il suo scetticismo in merito alla natura del verdetto che, sicuramente, condannerà il suo compagno di vita ad ulteriori anni di galera che si aggiungeranno ai 4,5 sentenziati in un precedente processo – parimenti irregolare – celebrato per abuso d’ufficio.

La Pubblica Accusa ha sostenuto la correttezza del proprio operato, e, sulla base delle imputazioni, ha chiesto alla Corte di condannare il politico arancione alla detenzione per due anni e mezzo con l’imposizione del pagamento delle spese processuali.

L’Europa sostiene il Ministro arancione

Yuri Lutsenko e’ stato arrestato il 26 Dicembre 2010 davanti a moglie e figli con un blitz delle forze di polizia, mentre l’esponente dell’Opposizione Democratica stava rientrando dalla passeggiata con il cane. Nel primo processo, avviato per abuso d’ufficio, tutti i testimoni hanno confermato la piena innocenza di Lutsenko, ma la Corte ha ritenuto il politico arancione colpevole, e lo ha lasciato dietro le sbarre per scontare una pena pluriennale.

Successivamente, Lutsenko e’ stato incriminato per compartecipazione all’avvelenamento dell’ex-Presidente, Viktor Yushchenko, eletto nel 2004 in seguito alla Rivoluzione Arancione che proprio il politico dell’Opposizione Democratica ha guidato.

Lutsenko e’ noto ed apprezzato in Patria ed in Europa per avere guidato il Ministero degli Interni durante i governi arancioni di Yulia Tymoshenko, ed avere eseguito le direttive della Lady di Ferro ucraina miranti ad eliminare la corruzione e punire severamente i grandi oligarchi del Paese – che finanziano l’attività politica del Presidente Yanukovych – per riciclaggio di danaro e off-shore operato con risorse pubbliche.

Dinnanzi alle motivazioni palesemente politiche dei processi mossi a carico di Lutsenko, la Corte Europea dei Diritti Umani ha ritenuto il procedimento mosso a carico del politico dell’Opposizione Democratica politicamente motivato, e, per questo, ha severamente criticato le Autorità ucraine.

Matteo Cazzulani

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